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A Gela è impressa l’ombra della criminalità: droga, danneggiamenti e corruzione

Cronaca

A Gela è impressa l’ombra della criminalità: droga, danneggiamenti e corruzione

Lo evidenzia la Dia nella relazione del 1 trimestre del 2023

Graziano Amato

20 Giugno 2024 12:19

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Il traffico di droga, la corruzione, la supremazia della famiglia Rinzivillo, le ramificazioni della mafia in Emilia Romagna e nel Lazio, i danneggiamenti, le operazioni, i sequestri e le confische. Ancora una volta, la relazione del primo semestre del 2023 della Direzione Investigativa Antimafia, passa ai raggi x la strutturazione della criminalità in provincia di Caltanissetta. Il focus su Gela resta allarmanete e l'analisi riconferma un trand inquietante. Nel territorio nisseno coesistono cosa nostra e stidda i cui rapporti si mantengono tendenzialmente pacifici poiché, nel corso degli anni,sono riuscite a stabilire pattidi reciproca convivenza per la spartizione degli affari criminali.

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Cosa nostra continuerebbe ad essere articolatai n 4 mandamenti e 18 famiglie con  una struttura improntata aschemi meno rigidi rispetto al passato per laripartizione delle competenze territoriali delle articolazioni mafiose. Sul versante meridionale dominano i mandamentio di Riesi e Gela.  Nell’ambito di quest’ultimo mandamento, oltre alla famiglia di Niscemi, operano ancora le locali famiglie di cosa nostra degli Emmanuello e dei Rinzivillo. Lastidda continuerebbe a mantenere la sua influenza nei territori di Gela e Niscemi.

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I reati cardine delle consorterie restano invariati, con una spiccata propensione al traffico di stupefacenti. La dimostrazione, per la Dia, ha cuore nell'operazione Hybris del  21 febbraio 2023, con la Polizia di Stato  nissena e diAgrigento che  ha smantellato un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga,aventela baselogistica a Licata e ramificazioni per il rifornimento dello stupefacente a Gela e Catania. Le attività investigative hanno dimostrato un patto siglato tra una famiglia di Licata e una di Gela, finalizzato alla commercializzazione di cocaina e marijuana. Lo spaccio di droga è, per lo più, lasciato a soggetti stranieri, quasi sempre di nazionalità nigeriana, tunisina e gambiana. Da segnalare, inoltre, il coinvolgimento di soggetti stranieri e italiani in attività di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Non solo droga, la criminalità punta anche sulle truffe. Basi pensare all’operazione “Fake cars” con la Polizia di Stato di Caltanissetta ha dato esecuzione ad un’ordinanza custodiale nei confronti di 8 soggetti ritenuti  responsabili di un’associazione per delinquere, truffa, ricettazione, riciclaggio falsità materiale, possesso e fabbricazione di documenti falsi. Meno sangue e più corruzione.  La tendenza delle organizzazioni criminali,  che hanno abbandonato il ricorso ad azioni violente come nel passato, scrive la Dia, sarebbe quella di insinuarsi nel tessuto socio-economico di riferimento “coinvolgendo” esponenti della pubblica Amministrazione tramite manovre corruttive, infiltrandosi per lo più in quei settori produttivi che gestiscono i principali flussi di denaro attraverso l’aggiudicazione di appalti pubblici e privati, per trarre da essi profitti illeciti da reimpiegare in canali legali. Riconfermato, a Gela, il triste primato dei danneggiamenti. Ancora tanti, troppi gli incendi dolosi che secondo la Dia sono riconducibili a estorsioni e vendette private, per mano di criminali che senza scrupolo colpiscono indifferentemente esercizi commerciali, attività di servizi e anche soggetti delle Istituzioni. Lo Stato c'è. Il 21 marzo del 2023 la Polizia di Stato ha individuato un pregiudicato responsabile dell’incendio avvenuto l’8 febbraio 2023 ai danni di 5 autovetture. Efficace, inoltre, è la strategia di contrasto messa in campo con sequestri e confische: da quella nei confronti di un imprenditore attivo nel settore della meccanica ed impiantistica ritenuto “vicino” alla famiglia Emmanuello di Gela alla  confisca definitiva di beni mobili e immobili, per un valore complessivo di circa settecentocinquanta milioni di euro, nei confronti di un imprenditore attivo nel settore del commercio e di impianti eolici ritenuto “contiguo” alla famiglia Rinzivillo di Gela.

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