Gela, accoltellò il fratello: lite scoppiata per un parcheggio ma i due discutevano spesso per vecchi rancori
Cronaca
Gela, accoltellò il fratello: lite scoppiata per un parcheggio ma i due discutevano spesso per vecchi rancori
L'indagato è comparso davanti al Gip del Tribunale di Gela
Si difende tenacemente e, in sede di udienza di convalida, ricostruisce gli screzi con il fratello degenerati nell’accoltellamento, fornendo al Gip Francesca Pulvirenti, la propria versione dei fatti. Salvatore Murana, finito in manette per tentato omicidio poco dopo l’aggressione al congiunto, in sede di udienza di convalida ha scelto di rispondere alle domande del giudice, spiegando che dietro i futili motivi che lunedì mattina hanno fatto scattare il furibondo litigio con suo fratello Giuseppe davanti l’abitazione di via Pergusa, ovvero quelli legati ad un parcheggio, in realtà ci sarebbero, a suo dire, rapporti familiari tesi che si trascinerebbero da anni. Acredini che, tre giorni fa, per poco non sono sfociare nella tragedia. I due germani, infatti, dopo avere discusso animatamente, sono venuti alle mani. Nel corso del litigio Salvatore Murana ha afferrato un coltello, ferendo alla gola suo fratello Giuseppe, poi soccorso e trasportato in ospedale dove si trova ancora ricoverato. Dopo l’accoltellamento, Salvatore Murana è fuggito per le vie del quartiere Carrubazza, ma è stato rintracciato dai Carabinieri e sottoposto a fermo. In sede di convalida del fermo, la Procura ha chiesto al Gip di spiccare per l’aggressore l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre la difesa dell’indagato, rappresentata dall’avvocato Francesco Minardi, ha chiesto di applicare a Murana una misura meno afflittiva di quella carceraria. Il Gip si è riservato di decidere.
Si difende tenacemente e, in sede di udienza di convalida, ricostruisce gli screzi con il fratello degenerati nell'accoltellamento, fornendo al Gip Francesca Pulvirenti, la propria versione dei fatti. Salvatore Murana, finito in manette per tentato omicidio poco dopo l'aggressione al congiunto, in sede di udienza di convalida ha scelto di rispondere alle domande del giudice, spiegando che dietro i futili motivi che lunedì mattina hanno fatto scattare il furibondo litigio con suo fratello Giuseppe davanti l'abitazione di via Pergusa, ovvero quelli legati ad un parcheggio, in realtà ci sarebbero, a suo dire, rapporti familiari tesi che si trascinerebbero da anni. Acredini che, tre giorni fa, per poco non sono sfociare nella tragedia.
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I due germani, infatti, dopo avere discusso animatamente, sono venuti alle mani. Nel corso del litigio Salvatore Murana ha afferrato un coltello, ferendo alla gola suo fratello Giuseppe, poi soccorso e trasportato in ospedale dove si trova ancora ricoverato. Dopo l'accoltellamento, Salvatore Murana è fuggito per le vie del quartiere Carrubazza, ma è stato rintracciato dai Carabinieri e sottoposto a fermo. In sede di convalida del fermo, la Procura ha chiesto al Gip di spiccare per l'aggressore l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre la difesa dell'indagato, rappresentata dall'avvocato Francesco Minardi, ha chiesto di applicare a Murana una misura meno afflittiva di quella carceraria. Il Gip si è riservato di decidere.