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Autonomia differenziata: raccolta firme a Caltanissetta per dire "no"

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Autonomia differenziata: raccolta firme a Caltanissetta per dire "no"

Cgil e Uil: "Schifani si ricordi di essere il presidente dei siciliani"

16 Giugno 2023 15:13

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"Prima di parlare di Autonomia differenziata, bisogna garantire su tutto il territorio nazionale stesse occasioni e medesime condizioni di vita. Oggi, Caltanissetta e la Sicilia sono lontane dall'avere pari opportunità con il resto del Paese in fatto di infrastrutture materiali e immateriali, lavoro stabile e dignitoso, esercizio effettivo dei diritti di cittadinanza. Davvero, presidente Schifani, non vuole proprio ripensare la sua adesione a questa cosiddetta riforma?"

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Lo hanno dichiarato la segretaria generale della Cgil nissena, Rosanna Moncada, e il segretario organizzativo della Uil Sicilia e Area Vasta con delega su Caltanissetta, Salvatore Guttilla, stamattina in piazza Garibaldi nel capoluogo per la raccolta firme che dice "no" all'Autonomia differenziata e chiede al presidente della Regione, Renato Schifani, il ritiro del suo sostegno alla riforma Calderoli. L'iniziativa sarà ripetuta nelle prossime settimane a Gela. 

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Da Caltanissetta, dove il 15 aprile s'era tenuta la grande marcia regionale contro il "progetto spacca-Paese", Cgil e Uil ribadiscono "l'appello e la sfida al governo Meloni perché si occupi delle ingiustizie e dei ritardi che già oggi penalizzano questo territorio, la nostra Isola e il Meridione ma che rischiano di aggravarsi ulteriormente sulla spinta disgregatrice dell'Autonomia differenziata". "Sono molte - concludono Rosanna Moncada e Salvatore Guttilla - i motivi per essere allarmati. Ne citiamo, in particolare, almeno due. Riguardano il diritto alla Salute e quello all'Istruzione. Rischiamo, infatti, che vengano esasperate criticità e carenze del sistema sanitario isolano a causa delle quali ogni anno migliaia di siciliani sono costretti ai viaggi della speranza nelle regioni del centro-nord o a rinunciare a cure e accertamenti di importanza vitale. Rischiamo, inoltre, che venga mandato in frantumi il sistema scolastico nazionale, garanzia primaria di una democrazia degna di questo nome".

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