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"BOTTO DI CAPODANNO", STRADE DESERTE E PICCO DI CONTAGI SOTTO L’ALBERO DI NATALE

Disagi del cittadino

"BOTTO DI CAPODANNO", STRADE DESERTE E PICCO DI CONTAGI SOTTO L’ALBERO DI NATALE

È stato un capodanno strano quello del 2020, tra novità assolute e tradizioni rinnovate. Gela si è apparentemente presentata vuota e poco affollata ieri primo gennaio, i...

02 Gennaio 2021 16:08

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È stato un capodanno strano quello del 2020, tra novità assolute e tradizioni rinnovate. Gela si è apparentemente presentata vuota e poco affollata ieri primo gennaio, in piena zona rossa, diversamente dagli assembramenti del 31 dicembre con poco distanziamento e traffico in tilt. nonostante i sequestri eseguiti dalle fiamme gialle quache ora prima, durante l'ultima notte dell'anno anche in città non sono mancati botti e fuochi pirotecnici che fortunatamente non hanno recato danni a nessuno, solo tanto fastidio agli animali, diversamente dal resto della Sicilia: diversi gravi ferimenti si sono registrati nel catanese e nel messinese mentre due licatesi pare abbiano perso una mano a seguito delle esplosioni. Come a natale anche per la vigilia e per il primo dell'anno molti scatti pubblicati sui social hanno rivelato grandi riunioni familiari e partecipate feste tra amici, nonostante l'ultimo dpcm consentisse di far visita ad amici e parenti a soltanto un massimo di due persone. soltanto i prossimi giorni saranno in grado di rivelare gli effetti del mancato rispetto delle restrizioni. intanto, anche se non ci sono conferme dall'Asp, sembra  si facciano già sentire gli effetti delle dei ricongiungimenti natalizi: è proprio il 2020 infatti che si è chiuso letteralmente col botto: tra le giornate del 30 e del 31 dicembre ben 62 gelesi sono risultati positivi al covid, tutti posti in isolamento domiciliare. il 2020 ha voluto lasciare il segno fino all'ultimo, portandosi via altri due gelesi. 3 i nuovi ricoveri, con un nuovo accesso in terapia intensiva. 20 le guarigioni. soltanto il contact tracing risalirà ad eventuali focolai scoppiati nelle case dei gelesi. numeri in rialzo anche nelle vicine città di Niscemi, Butera, San Cataldo, , Mussomeli e Milena che vanno pari passo al trend regionale e nazionale che nelle ultime ore è tornato a salire. 1. 122 i nuovi casi in Sicilia, 28 i morti, 5 nuovi ricoveri in terapia intensiva. 22. 211 i casi registrati in tutta Italia ieri primo gennaio, 462 i morti. l'anno non è iniziato sicuramente nei migliori dei modi, e lo testimonia anche il tasso di positività che si è attestato al 14, 1 percento, segno che il nuovo anno non inibisce il covid che invece continua a proliferare anche a causa degli atteggiamenti sbagliati assunti da molti Italiani, che rischiano di vanificare ancora una volta gli sforzi di questi mesi. le vaccinazioni potrebbero procedere a rilento, ma potrebbero anche non bastare le dosi messe a disposizione dalla Pfizer biotech come la stessa azienda ha annunciato, ed è per questo che è necessario mantenere ancora un alto livello di guardia. da nord a sud le forze dell'ordine hanno scovato decine di festini abusivi di capodanno: la più emblematica in un hotel di lusso sul Lago di Garda dove pare che 126 persone si siano assembrate tra festeggiamenti e danze sfrenate. in Sicilia pare che dopo un party privato nell'ennese sia scoppiato un focolaio che conterebbe già 58 partecipanti risultati positivi. l'Italia intanto resterà in zona rossa oggi 2 gennaio e domenica 3 gennaio. si colorerà di arancione lunedì 4 gennaio quando riapriranno molti negozi di vendita al dettaglio e ci si potrà spostare senza autocertificazione, per poi tornare a tingersi di rosso il 5 e il 6 gennaio. pare che, senza non poche critiche, si stia già predisponendo l'apertura delle scuole per il 7 di gennaio con la presenza di alunni ridotta al 50percento, data in cui comunque le regioni torneranno a colorarsi di rosso arancione e giallo a seconda degli indicatori che i governatori però starebbero già chiedendo di modificare. Il 15 gennaio invece potrebbe entrare in vigore un nuovo dpcm. per l'istituto superiore di sanità la situazione è ancora grave e in questa fase la campagna vaccinale non la risolverà del tutto, quindi non è da escludere la conferma di molte restrizioni, a partire dalla suddivisione delle regioni in zone colorate rispetto all'andamento della curva epidemiologica.

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