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Consiglieri comunali dovranno votare il dissesto del Comune di Gela: sceglieranno le dimissioni?

Politica

Consiglieri comunali dovranno votare il dissesto del Comune di Gela: sceglieranno le dimissioni?

Potrebbe essere l'unica soluzione per evitare di assumersi una pesante responsabilità

Graziano Amato

16 Ottobre 2023 13:33

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Gli scenari politici e amministrativi che si apriranno nelle prossime settimane potrebbero essere imprevedibili. Il dirigente del settore bilancio ad interim, nonché segretario generale, Carolina Ferro è a lavoro per stilare la dettagliata relazione che spiegherà i motivi per cui non è stato possibile risolvere la crisi finanziaria attraverso un piano di riequilibrio sostenibile. Sulla scorta del documento sarà la giunta comunale a deliberare la proposta di dissesto.

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Anche i revisori dei conti dovrebbero essere a lavoro per redigere la propria relazione. Dopodiché la palla passerà al consiglio comunale. Rumors parlano di un certo fermento tra i componenti dell'assise civica. Nelle ultime settimane per i pro Greco è stato difficile incassare atti come il regolamento per la fornitura di acqua per mezzo di autobotti a utenti scoperti dalla rete idrica o ancora importanti variazioni di bilancio È ormai noto che i numeri, in maggioranza, non ci sono. Per approvare la dichiarazione di dissesto i si del presidente Salvatore Sammito, Un'altra Gela e Mpa, Udc e dell'indipendente Luigi Di Dio non basterebbero. Ancora una volta dovrebbero essere i responsabili a tendere una mano ma stavolta però non sarebbero intenzioni.

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Secondo l'articolo 247 del testo unico degli enti locali le relazioni dovrebbero essere pronte entro 30 giorni, dopodiché l'organo regionale di controllo assegnerà al consiglio, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine, non superiore a 20 giorni per la deliberazione del dissesto. Decorso infruttuosamente il termine, sarà il commissario a deliberare lo stato di dissesto e di conseguenza il perfetto inizierà la procedura per lo scioglimento del consiglio dell'ente. Pare che gran parte dei consiglieri comunali d'opposizione non siano intenzionati ad approvare il dissesto. Per mesi hanno criticato la gestione dell'emergenza finanziaria, che ritengono pessima. Difficilmente, dunque, avallerebbero quello che definiscono un fallimento. Sarebbe una grossa responsabilità politica e morale. Pare ci sia, oltretutto, il timore che deliberando il dissesto possano essere riconosciuti come responsabili del fallimento finanziario dell'ente e dunque andare in contro a tutte le conseguenze del caso, tra cui l'incandidabilità. Sono gli stessi consiglieri, di centrodestra e addirittura anche i responsabili di una buona idea, a chiedere al primo cittadino di essere coerente e dimettersi, così come aveva dichiarato. Una mossa che aprirebbe un periodo di commissariamento di appena sei mesi, fino alle prossime elezioni comunali. Se a deliberare il dissesto fosse il commissario il primo cittadino rimarrebbe ugualmente carica. Il consiglio comunale invece decadrebbe. A questo punto l'unica alternativa per i componenti dell'assise civica potrebbe essere le dimissioni di oltre la metà dei consiglieri comunali. Zero a zero. Tutti a casa. Palla al centro.

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