Cronaca
Furti alla mensa dell’ospedale di Gela, gli atti del blitz "Magna, magna" passano di nuovo alla Procura
Ordinanza del Gup che aveva chiesto di derubricare l'accusa ai cinque imputati
Tornano nuovamente sul tavolo della Procura gli atti relativi alla posizione di cinque persone coinvolte nell'ambito dell'operazione "Magna Magna" con la quale tre anni fa si ritenne di aver sollevato il coperchio su una lunga catema di furti - oltre 500 in poco più di tre mesi - messi a segno alla mensa dell'ospedale Vittorio Emanuele di Gela. A retrocedere dal tavolo del Gup a quello della Procura sono state le posizioni del cappellano dell'ospedale, don Filippo Salerno e quelle di quattro cuochi, ovvero Liborio Bongiovanni, Rocco Neri, Salvatore Perticone e Salvatore Pizzo per i quali si stava celebrando l'udienza prelimare per peculato, reato per il quale la procura chiedeva di rinviarli a giudizio.
Già alla scosa udienza il Gup Roberto Riggio aveva chiesto al Pm la modifica del capo di imputazione da quello di peculato a furto aggravato e ciò alla luce del fatto che il reato di peculato non poteva essere contestato agli imputati perchè non si tratta di soggetti incaricati di pubblico servizio. La procura però non ha aderito alla richiesta del Gup che, con un'ordinanza, ha trasmesso gli atti relativi alla posizione dei cinque imputati nuovamente all'ufficio dei pm. I difensori di don Filippo Salerno, Nicoletta Cauchi e Filippo Incarbone, avevano sottolineato, all'apertura dell'udienza preliminare, che don Filippo Salermo, poteva beneficiare di un buono e di un pasto. La procura gli contestò ben 90 furti di pani, consumati nell'arco di tre mesi.