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FURTI D’ACQUA DALLA LUNGA CONDOTTA ARAGONA DI SICILIACQUE, 26 INDAGATI

Cronaca

FURTI D’ACQUA DALLA LUNGA CONDOTTA ARAGONA DI SICILIACQUE, 26 INDAGATI

Quello che era stato messo in piedi era un sistema perverso e tentacolare, ben strutturato. L'acqua per irrigare le aziende agricole tra Butera e Licata veniva prelevata dalla condotta...

Donata Calabrese

04 Agosto 2021 13:24

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Quello che era stato messo in piedi era un sistema perverso e tentacolare, ben strutturato. L'acqua per irrigare le aziende agricole tra Butera e Licata veniva prelevata dalla condotta Gela Aragona. E' quanto hanno scoperto gli agenti del commissariato di Gela nell'ambito di un'operazione coordinata dalla Procura. 26 le misure cautelari richieste dal procuratore Fernando Asaro e dal Pm Luigi Lo Valvo al Gip Marica Marino ed eseguite a carico di imprenditori agricoli e gestori di aziende del comprensorio di Butera e Licata. I reati contestati sono tutti aggravati dalla commissione del fatto con violenza sulle cose e su beni destinati a pubblico servizio ed utilità. Gli indagati sono stati sottoposti alla misura cautelare del divieto di dimora e di accesso nelle aziende agricole gestite o in cui collaborano: 14 sono stati anche sottoposti all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria competente per territorio di residenza. Su 75 litri di acqua al secondo immessi sulla condotta a Licata ne arrivavano appena due lasciando a secco la popolazione. Il resto finiva nelle fiorenti aziende agricole situate tra Butera e Licata. L'indagine è iniziata nel mese di giugno dello scorso anno e si è conclusa nell'ottobre del 2020 ed è partita dopo un esposto presentato da Siciliacque. Nel corso di un tavolo tecnico svoltosi a Caltanissetta, in questura, nel giugno 2019, Siciliacque denunciò il problema dei furti d'acqua e da qui partirono le indagini della procura. Gli inquirenti oltre che avvalersi dei tradizionali metodi investigativi, si sono avvalsi anche di riprese aeree. Licata era senz'acqua, i rubinetti delle abitazioni dei cittadini erano all'asciutto e gli invasi delle aziende agricole coinvolte nell'indagine traboccavano invece di acqua che veniva sistematicamente rubata attraverso degli allacci abusive. Non era una vera e propria associazione ad entrare in azione, ma tutti sapevano e tra gli imprenditori agricoli e i gestori c'era molta complicità oltre che un continuo scambio di favori. Siciliacque, insospettita per quanto accadeva, decise di entrare in azione effettuando degli scavi. Un dipendente a quel punto venne seriamente minacciato. Era stato messo in piedi un sistema ben collaudato. Esisteva da tempo una vera e propria rete idrica parallela che partiva da alcuni punti della condotta per poi giungere agli invasi che erano nella disponibilità dei proprietari terrieri o gestori delle aziende coinvolte. Gli indagati sarebbero stati in contatto telefonico tra loro anche per direzionare l'acqua potabile in questo o quel territorio a seconda delle loro esigenze. I 26 indagati sono accusati, a vario titolo, di furti aggravati ai danni della condotta idrica in questione, infrastruttura gestita da Siciliacque.di Donata Calabrese

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