Cronaca
Il piccolo Emanuele non ce l’ha fatta: era nato in ambulanza in viaggio da Gela all’Utin di Enna
Il neonato non è stato ricoverato a Gela perchè l'ospedale è sprovvisto di Utin
Era nato prematuramente dopo soli 23 settimane, in autoambulanza, in viaggio verso l'Utin dell'ospedale Umberto I di Enna. Il piccolo Emanuele, però, non c'è l'ha fatta. Ha lottato come un leone per tanti giorni, ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale. Troppo gravi le complicazioni del parto prematuro, con i piccoli organi ancora in formazione. La sua storia ha destato scalpore perché ha riacceso i riflettori sull'Utin di Gela, mai entrata in funzione. I macchinari sono conservati nei magazzini dell'ospedale Vittorio Emanuele e nel tempo sono diventati obsoleti. Quando lo scorso venerdì mamma Graziana e papà Vincenzo si sono presentati al pronto soccorso i medici hanno subito disposto il trasferimento a Enna.
Durante il trasporto il nascituro è venuto alla luce, poi la marcia indietro verso l'ospedale più vicino, a Gela, sprovvisto però di un reparto importante come quello di terapia intensiva neonatale e di conseguenza il volo in elisoccorso verso l'Umberto I. Dinamiche difficili da sopportare per i genitori del piccolo Emanuele che nei giorni successivi sono stati costretti a percorrere quotidianamente 140 km per andare a trovare il loro pargolo appeso al sottile filo della vita. Oltre il danno, la beffa. L'ennesimo schiaffo alla dignità di due genitori già straziati dal dolore. Un nervo scoperto della sanità gelese che mette a nudo tutte le falle di un sistema inefficente. La coppia non esclude azioni eclatanti. "Ringraziamo chi ci è stato vicino in questa settimana - hanno scritto in un post su Facebook - prendendo spunto dall'enorme forza di Emanuele che ha dato una lezione di lotta esemplare, confermiamo il nostro impegno a denunciare i fatti per non far rivivere alle famiglie l'immenso dolore che ci accompagnerà per sempre"