Inganni e soprusi nel Pd, il segretario della sede di Gela lascia il partito e punta il dito contro i vertici
Politica
Inganni e soprusi nel Pd, il segretario della sede di Gela lascia il partito e punta il dito contro i vertici
Guido Siragusa sostiene che ad aver affondato il partito siano stati Di Cristina e Donegani
Il Pd è a terra, un partito al collasso, allo sbando, dove non si fa altro che litigare. Adesso l'ennesimo terremoto, tutto interno. A provocare il patatrac, sono le dimissioni dalla segreteria di Guido Siragusa che dopo aver sbattuto in faccia la porta ai vertici del partito sputa veleno contro Peppe Di Cristina e Migluel Donegani. Un partito lacerato, senza una meta tra accuse, veleni e inganni. Siragusa in una nota spiega perché è andato via, perché con i Dem non vuole avere più nulla a che fare. L’ex segretario del partito spiega che il suo obiettivo era quello di rendere il partito aperto, “appetibile oserei dire, scalabile – afferma - per usare una frase tanto cara alla segreteria nazionale, che si fregia di ribadire che chi lo vuole può puntare ad essere parte attiva del nostro partito, senza necessariamente vantare importanti parentele o far parte di quella schiera di personaggi, che vivono il loro impegno in politica come un contratto a tempo indeterminato a prescindere dai risultati raggiunti nella loro lunga attività politica, e soprattutto, dal grado di empatia con l’ elettorato". Un partito che nelle precedenti elezioni comunali ha raggiunto, con difficoltà, la soglia del cinque per cento, portando la sua rappresentanza da sei a due consiglieri comunali, praticamente un disastro. Sulla stessa scia le elezioni regionali e nazionali che hanno visto il Pd gelese, non svolgere alcun ruolo nella scelta dei candidati. A scegliere sono state solo due persone. Con la sconfitta alle regionali – sottolinea Siragusa - sono emerse tutte le debolezze, trasformate in arroganza e tracotanza dell’ex segretario provinciale Peppe Di Cristina. A Gela, prima città della provincia, il Pd non ha espresso alcuna candidatura per le nazionali e quindi non vi e stato nessun effetto traino nazionali-regionali”. Poi l’elezione di Ellyl Schlein, la quale ha detto “estirpiamo cacicchi e capibastone”. Di Cristina è volato alla direzione nazionale. Donegani – secondo Siragusa – avrebbe finto di votare la Schlein e invece avrebbe votato Bonaccini.
07 Luglio 2023 13:08
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Il Pd è a terra, un partito al collasso, allo sbando, dove non si fa altro che litigare. Adesso l'ennesimo terremoto, tutto interno. A provocare il patatrac, sono le dimissioni dalla segreteria di Guido Siragusa che dopo aver sbattuto in faccia la porta ai vertici del partito sputa veleno contro Peppe Di Cristina e Migluel Donegani. Un partito lacerato, senza una meta tra accuse, veleni e inganni. Siragusa in una nota spiega perché è andato via, perché con i Dem non vuole avere più nulla a che fare.
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L'ex segretario del partito spiega che il suo obiettivo era quello di rendere il partito aperto, "appetibile oserei dire, scalabile - afferma - per usare una frase tanto cara alla segreteria nazionale, che si fregia di ribadire che chi lo vuole può puntare ad essere parte attiva del nostro partito, senza necessariamente vantare importanti parentele o far parte di quella schiera di personaggi, che vivono il loro impegno in politica come un contratto a tempo indeterminato a prescindere dai risultati raggiunti nella loro lunga attività politica, e soprattutto, dal grado di empatia con l' elettorato".
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Un partito che nelle precedenti elezioni comunali ha raggiunto, con difficoltà, la soglia del cinque per cento, portando la sua rappresentanza da sei a due consiglieri comunali, praticamente un disastro. Sulla stessa scia le elezioni regionali e nazionali che hanno visto il Pd gelese, non svolgere alcun ruolo nella scelta dei candidati. A scegliere sono state solo due persone. Con la sconfitta alle regionali - sottolinea Siragusa - sono emerse tutte le debolezze, trasformate in arroganza e tracotanza dell'ex segretario provinciale Peppe Di Cristina.
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A Gela, prima città della provincia, il Pd non ha espresso alcuna candidatura per le nazionali e quindi non vi e stato nessun effetto traino nazionali-regionali". Poi l'elezione di Ellyl Schlein, la quale ha detto "estirpiamo cacicchi e capibastone". Di Cristina è volato alla direzione nazionale. Donegani - secondo Siragusa - avrebbe finto di votare la Schlein e invece avrebbe votato Bonaccini.