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Omicidio del barista gelese Giuseppe Failla: boss alla sbarra, tra loro anche Piddu Madonia

Cronaca

Omicidio del barista gelese Giuseppe Failla: boss alla sbarra, tra loro anche Piddu Madonia

Failla fu ucciso freddato a colpi di pistola trentacinque anni fa

Redazione

08 Dicembre 2023 14:05

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Boss tornano sul banco degli imputati, in appello, per un delitto. Vicenda che, al termine del primo grado del giudizio, è costata loro la condanna all'ergastolo. Pena pesantissima piovuta sul loro capo per l'uccisione del barista gelese Giuseppe Failla freddato a colpi di pistola  trentacinque anni fa. I suoi familiari - assistiti dall'avvocato Giovanni Bruscia - sono parti civili. Di nuovo alla sbarra il capomafia di Vallelunga, Giuseppe «Piddu» Madonia, l'ex boss di Cosa nostra a Caltanissetta, Angelo Palermo e il boss di San Cataldo, Cataldo Terminio e il gelese Angelo Bruno Greco.

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I primi tre sono stati condannati in Assise al carcere a vita, il gelese, invece, a 30 anni di reclusione. Tutti e quattro  - difesi dagli avvocati Sergio Iacona, Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Eliana Zecca e Giuseppe Piazza - sono adesso in appello per rispondere di omicidio. Seppur passando per un distinguo quanto a presunti ruoli che avrebbero rivestito in relazione all‘agguato mortale. Sì perché Terminio lo avrebbe voluto per vendicare la morte del padre, agguato in cui avrebbe ritenuto che Failla fosse stato coinvolto, e lo avrebbe pure eseguito sparando colpi di pistola. E lo stesso Terminio, deponendo a lungo dinanzi la corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta, ha pure asserito che l'ex collaborante sancataldese Leonardo Messina lo avrebbe additato perché tra lor non vi sarebbero stati mai buoni rapporti.

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Così come critici, lo stesso Terminio, a suo dire ,  li avrebbe avuti anche  con l'ex boss di Vallelunga, Ciro Vara. Quanto, ancora in relazione ai presunti coinvolgimenti nel delitto del barista, Palermo avrebbe fatto da autista, Greco sarebbe stato il basista mentre il rappresentante provinciale di Cosa nostra, «Piddu» Madonia avrebbe offerto il suo benestare per l'esecuzione. Questo, almeno, lo spaccato tracciato dall'accusa e che ha già retto a un primo vaglio dei giudici che hanno inflitto le quattro condanne. (Vincenzo Falci, Gds.it)

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