LA MAFIA CAMBIA ABITI E VESTE POLITICA E IMPRENDITORIA PER LUCRARE EVITANDO CLAMORE
Cronaca
LA MAFIA CAMBIA ABITI E VESTE POLITICA E IMPRENDITORIA PER LUCRARE EVITANDO CLAMORE
La Mafia si sta trasformando; più silenziosa eppure più impregnata nel tessuto economico del nostro paese. Questo è quanto emerge dalla seconda relazione semestrale dell...
La Mafia si sta trasformando; più silenziosa eppure più impregnata nel tessuto economico del nostro paese. Questo è quanto emerge dalla seconda relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia. La recente pubblicazione fa riferimento al secondo semestre dello scorso anno, da luglio a dicembre per l'esattezza e di fatti chiude il cerchio del 2021 che si dimostra anno decisamente prolifico per la Mafia grazie in particolare alla crisi economica dovuta alla pandemia. È risaputo come in fasi di declino economico diventi più semplice per le organizzazioni criminali infiltrarsi in giri d'affari importanti ma ciò che scaturisce dalla relazione della Dia è come la Mafia italiana negli ultimi anni abbia di fatti trasformato il proprio modus operandi. "Nel secondo semestre 2021 sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione, - si conferma ancora una volta che il modello che ispira le diverse organizzazioni criminali di tipo mafioso appare sempre meno legato a manifestazioni di violenza e diversamente rivolto verso l'infiltrazione economico-finanziaria". Tutto ciò confermerebbe quanto previsto ormai più di trent'anni fa dai giudici Falcone e Borsellino che già allora parlavano di una Mafia che se non fermata in tempo poteva avere effetti disastrosi su tutto il "sistema paese". Il lavoro della Dia in questo senso è parte integrante di quanto iniziato dai due giudici palermitani e tenta di scardinare un sistema ancora fortemente radicato nel nostro paese seppur più silenzioso. Il traffico di stupefacenti, le estorsioni e la gestione del gioco e delle scommesse restano tra le. Primarie fonti di guadagno con legami sempre più forti tra i vari clan come per esempio Cosa Nostra di Palermo e la ndragheta Calabrese che da tempo collaborano in ottica di traffico di sostanze stupefacenti ma entrando nel merito dei singoli territori pare che anche la Mafia siciliana stia attuando questa evoluzione con differenze in base alle varie aree della regione. La parte occidentale dell'isola pare ancora legata al sistema delle famiglie con ripartizioni territoriali meno rigide ma ancora strutturate e legate principalmente a Cosa Nostra. Dalla relazione tuttavia, scaturisce come nel corso degli anni la Mafia palermitana stia soffrendo per la mancanza di uomini al vertice, tolto, infatti, il latitante Matteo Messina denaro che si presume sia ancora una figura di riferimento per le questioni di maggiore interesse, il comando delle varie zone sarebbe affidato a vecchi uomini d'onore spesso in carcere o agli arresti domiciliari. Nella Sicilia orientale a farla da padrona sarebbero sempre Cosa Nostra col monopolio nel catanese e la Stidda con tangibili tracce lasciate nel siracusano e in provincia di Ragusa, nonché ovviamente a Gela e nel nisseno. Anche in questi casi da un lato si registra un ricorso sempre minore alla violenza e ad atti eclatanti a favore di infiltrazioni sempre più costanti nel mondo dell'imprenditoria e nel pubblico. Pare che la strategia mafiosa negli anni sia diventata quella di individuare soggetti interni alla pubbliche amministrazioni o grosse imprese con metodi corruttivi in una sorta di rapporto di reciproca convenienza. In questo scenario il rischio maggiore è quello rappresentato da infiltrazioni mafiose alle risorse della regione anche in considerazione dei fondi del Pnrr destinati all' isola. Rispetto al passato inoltre pare che le famiglie mafiose stiano imparando a convivere come accade già nell'agrigentino dove si conferma la coesistenza tra Cosa Nostra e la Stidda presente in maniera forte nei territori di Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Favara, Canicattì e Licata. Così come a Gela. La Mafia gelese sarebbe composta principalmente dalle famiglie : Cavallo e Fiorisi di Gela e Sanfilippo di Mazzarino il tutto sotto il costante controllo delle famiglie Emmanuello, Rinzivillo e la cosiddetta famiglia di Niscemi. Secondo quanto riportato nella relazione da parte della Procura di Caltanissetta "il circondario di Gela è afflitto da una allarmante e peculiare situazione criminale, (unico centro siciliano). Insistono sul territorio ben tre perniciose ed aggressive associazioni mafiose, riconducibili rispettivamente a "Cosa Nostra", "Stidda" e clan Alferi, che compiono fatti delittuosi particolarmente inquietanti". Anche in questi casi non si fa riferimento ad omicidi o atti di violenza ma ad una Mafia agricola fortemente infiltrata nella principale fonte di sostentamento economica del territorio, l'agricoltura. In tal senso l'operazione "chimera" datata al settembre 2021 ha permesso di ricostruire un preoccupante sistema di illeciti legato ad estorsioni e danni ad imprenditori e commercianti del mazzarinese. L'attività di contrasto che ha portato all'arresto di 55 soggetti perlopiù stiddari e riconducibili alla famiglia Sanfilippo responsabili di associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, traffico di stupefacenti e detenzione di armi ha. Inoltre fatto luce sulla famiglia mafiosa di Mazzarino assente dalle scene criminali da circa un. Decennio. Quanto detto conferma l'evoluzione della Mafia che sta pian piano diventando una Mafia mercantile e imprenditoriale.di Stefano Blanco
La Mafia si sta trasformando; più silenziosa eppure più impregnata nel tessuto economico del nostro paese. Questo è quanto emerge dalla seconda relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia. La recente pubblicazione fa riferimento al secondo semestre dello scorso anno, da luglio a dicembre per l'esattezza e di fatti chiude il cerchio del 2021 che si dimostra anno decisamente prolifico per la Mafia grazie in particolare alla crisi economica dovuta alla pandemia. È risaputo come in fasi di declino economico diventi più semplice per le organizzazioni criminali infiltrarsi in giri d'affari importanti ma ciò che scaturisce dalla relazione della Dia è come la Mafia italiana negli ultimi anni abbia di fatti trasformato il proprio modus operandi. "Nel secondo semestre 2021 sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione, - si conferma ancora una volta che il modello che ispira le diverse organizzazioni criminali di tipo mafioso appare sempre meno legato a manifestazioni di violenza e diversamente rivolto verso l'infiltrazione economico-finanziaria". Tutto ciò confermerebbe quanto previsto ormai più di trent'anni fa dai giudici Falcone e Borsellino che già allora parlavano di una Mafia che se non fermata in tempo poteva avere effetti disastrosi su tutto il "sistema paese". Il lavoro della Dia in questo senso è parte integrante di quanto iniziato dai due giudici palermitani e tenta di scardinare un sistema ancora fortemente radicato nel nostro paese seppur più silenzioso. Il traffico di stupefacenti, le estorsioni e la gestione del gioco e delle scommesse restano tra le. Primarie fonti di guadagno con legami sempre più forti tra i vari clan come per esempio Cosa Nostra di Palermo e la ndragheta Calabrese che da tempo collaborano in ottica di traffico di sostanze stupefacenti ma entrando nel merito dei singoli territori pare che anche la Mafia siciliana stia attuando questa evoluzione con differenze in base alle varie aree della regione. La parte occidentale dell'isola pare ancora legata al sistema delle famiglie con ripartizioni territoriali meno rigide ma ancora strutturate e legate principalmente a Cosa Nostra. Dalla relazione tuttavia, scaturisce come nel corso degli anni la Mafia palermitana stia soffrendo per la mancanza di uomini al vertice, tolto, infatti, il latitante Matteo Messina denaro che si presume sia ancora una figura di riferimento per le questioni di maggiore interesse, il comando delle varie zone sarebbe affidato a vecchi uomini d'onore spesso in carcere o agli arresti domiciliari. Nella Sicilia orientale a farla da padrona sarebbero sempre Cosa Nostra col monopolio nel catanese e la Stidda con tangibili tracce lasciate nel siracusano e in provincia di Ragusa, nonché ovviamente a Gela e nel nisseno. Anche in questi casi da un lato si registra un ricorso sempre minore alla violenza e ad atti eclatanti a favore di infiltrazioni sempre più costanti nel mondo dell'imprenditoria e nel pubblico. Pare che la strategia mafiosa negli anni sia diventata quella di individuare soggetti interni alla pubbliche amministrazioni o grosse imprese con metodi corruttivi in una sorta di rapporto di reciproca convenienza. In questo scenario il rischio maggiore è quello rappresentato da infiltrazioni mafiose alle risorse della regione anche in considerazione dei fondi del Pnrr destinati all' isola. Rispetto al passato inoltre pare che le famiglie mafiose stiano imparando a convivere come accade già nell'agrigentino dove si conferma la coesistenza tra Cosa Nostra e la Stidda presente in maniera forte nei territori di Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Favara, Canicattì e Licata. Così come a Gela. La Mafia gelese sarebbe composta principalmente dalle famiglie : Cavallo e Fiorisi di Gela e Sanfilippo di Mazzarino il tutto sotto il costante controllo delle famiglie Emmanuello, Rinzivillo e la cosiddetta famiglia di Niscemi. Secondo quanto riportato nella relazione da parte della Procura di Caltanissetta "il circondario di Gela è afflitto da una allarmante e peculiare situazione criminale, (unico centro siciliano). Insistono sul territorio ben tre perniciose ed aggressive associazioni mafiose, riconducibili rispettivamente a "Cosa Nostra", "Stidda" e clan Alferi, che compiono fatti delittuosi particolarmente inquietanti". Anche in questi casi non si fa riferimento ad omicidi o atti di violenza ma ad una Mafia agricola fortemente infiltrata nella principale fonte di sostentamento economica del territorio, l'agricoltura. In tal senso l'operazione "chimera" datata al settembre 2021 ha permesso di ricostruire un preoccupante sistema di illeciti legato ad estorsioni e danni ad imprenditori e commercianti del mazzarinese. L'attività di contrasto che ha portato all'arresto di 55 soggetti perlopiù stiddari e riconducibili alla famiglia Sanfilippo responsabili di associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, traffico di stupefacenti e detenzione di armi ha. Inoltre fatto luce sulla famiglia mafiosa di Mazzarino assente dalle scene criminali da circa un. Decennio. Quanto detto conferma l'evoluzione della Mafia che sta pian piano diventando una Mafia mercantile e imprenditoriale.di Stefano Blanco