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La Torre di Manfria venduta al "migliore offerente" spacca l’opinione pubblica

Cultura

La Torre di Manfria venduta al "migliore offerente" spacca l’opinione pubblica

Ha destato scalpore nella comunità gelese la notizia pubblicata ieri nel giornale cartaceo del quotidiano "La Sicilia" in merito alla Torre di Manfria, che sarebbe stata acq...

Graziano Amato

15 Maggio 2023 13:42

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Ha destato scalpore nella comunità gelese la notizia pubblicata ieri nel giornale cartaceo del quotidiano "La Sicilia" in merito alla Torre di Manfria, che sarebbe stata acquistata da un imprenditore emiliano. L'opinione pubblica sui social si è spaccata. C'è molta delusione soprattutto per quei cittadini che hanno contribuito alla raccolta fondi lanciata del sindaco due anni fa. L'iniziativa, però, è decaduta e solo poche centinaia di euro sono stati raccolti. Era intenzione del sindaco esercitare il diritto di prelazione ma il tentativo è andato a vuoto e il bene storico, che ricade su un terreno privato, sarebbe stato venduto dall'attuale proprietario. Il compratore pare sia stato attratto dalla bellezza unica della torre, che regala una vista mozzafiato e panorami unici. L'imprenditore avrebbe già annunciato l'intenzione di restaurarla e di confrontarsi con le associazioni del territorio. Tra i cittadini c'è chi pensa che si tratti di una svolta per la valorizzazione e la riqualificazione del bene che senza l'intervento di un privato potrebbe gradualmente deteriorarsi. Scatta la polemica anche in vista delle commemorazioni dell'80° anniversario dello sbarco alleato su cui, secondo indiscrezioni, il comune sta investendo quasi un milione di euro, individuati nelle compensazioni Eni previste per attività di promozione culturale e turistica. In molti sono convinti che si sarebbe potuto attingere da quelle somme anche per acquistare la Torre di Manfria che invece si sarebbe aggiudicato il "migliore offerente bolognese". Se ne discuterà oggi durante un incontro convocato dal sindaco a cui prenderanno parte le associazioni gelesi. Anche tra qualche presidente si fa largo la rassegnazione. Senza un significativo intervento delle istituzioni e senza fondi a disposizione, secondo molti, l'intervento privato resta l'unica soluzione per salvare un bene storico dalla totale deterioramento. Il caso, probabilmente, finirà in consiglio comunale dove verrà chiesto conto e regione al sindaco ma, probabilmente, anche all'assessore al patrimonio.di Graziano Amato

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