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Maestra rischia il licenziamento per aver avuto il Covid: il concorso non è valido

Scuola

Maestra rischia il licenziamento per aver avuto il Covid: il concorso non è valido

Stesso problema anche per altri docenti

Redazione

02 Febbraio 2024 06:43

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Rischiano di essere licenziati per essersi ammalati di Covid. Da chi? Dallo Stato, lo stesso che li ha resi insegnanti di ruolo dopo anni di precariato. Sono 50 in tutta Italia gli insegnanti in questa condizione. Tra loro, c'è la reggiana Roberta Cetro, portavoce del comitato che questi maestri hanno costituito e che definisce "kafkiana" questa situazione. La vicenda inizia a dicembre 2021, quando il ministero dell'Istruzione indice la prova scritta del concorso che era slittata nel 2020 proprio causa pandemia. Non che un anno dopo la situazione fosse granché migliore tanto che in molti, tra cui Roberta, che aveva una grave forma di Covid, sono impossibilitati a partecipare, anche stanti le norme che prevedono l'isolamento.

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"Mi informo dall'ufficio scolastico regionale che mi dice che non sono previste prove suppletive - le sue parole - pertanto ci rivolgiamo a un sindacato e facciamo ricorso al Tar". Con il risultato che queste prove suppletive vengono disposte nella primavera 2023. Roberta, dopo 8 anni da precaria trascorsi in una decina di scuole diverse, vince il concorso a pieni voti per la provincia di Reggio e da settembre è di ruolo all'elementare di Castellarano come insegnante di italiano e inglese; così, succede agli altri. Ma il "tutti vissero felici e contenti" dura poco perché, nel frattempo, lo stesso Ministero fa ricorso contro la sentenza del Tar del Lazio. I

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l Consiglio di Stato, che inizialmente dispone le prove suppletive, il 24 gennaio invece dà ragione al Ministero "con la motivazione che non dovevano per forza essere garantite le prove suppletive. Allora, anche fare un concorso in pandemia con le regole dell'isolamento non ha senso", ha detto Roberta. Ora, questi insegnanti sono in attesa e chiedono di poter incontrare il ministro Giuseppe Valditara. "Non è solo una questione economica: se domani mi metto a cercare un lavoro, prima o poi lo trovo ma io voglio fare il mio lavoro, il lavoro che amo e che sono titolata a fare".

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