Cronaca
"Margaret non fu subito rianimata, non si agì correttamente": la relazione dell’Asl
La manovra che forse poteva salvargli la vita non fu eseguita tempestivamente
Margaret non fu subito e correttamente rianimata. La manovra che forse poteva salvargli la vita non fu eseguita correttamente e tempestivamente. Lo dicono i medici che hanno scritto la relazione della Asl sul percorso clinico-assistenziale della giovane morta il 7 novembre a Roma dopo un intervento al naso eseguito in uno studio medico all'Eur. La relazione ripercorre i giorni di agonia della ragazza di Lentini, dal 4 al 7 novembre, nella Terapia intensiva dell'ospedale Sant'Eugenio, giorni in cui le sue condizioni, già disperate, nonostante l'anamnesi in entrata, vanno via via peggiorando. Fino ad arrivare al decesso. I medici del pronto soccorso si accorgono subito che molte cose riferite nella cartella che descrive le condizioni della paziente in entrata, in genere redatte in maniera empirica durante il primo soccorso, non coincidono col reale stato della giovane.
"L'edema cerebrale e l'esame neurologico di Margaret Spada erano incompatibili con una corretta e pronta rianimazione cardiopolmonare prima dell'intervento del 118", osservano nella relazione sancendo di fatto che la giovane non fu soccorsa adeguatamente e subito. L'edema viene rilevato dopo avere "eseguita la tomografia computerizzata dell'encefalo e del torace, nonché l'esame neurologico". Ed è qui che i medici si rendono conto che "i dati riportati in anamnesi non erano concordanti con la gravità del quadro clinico".
In particolare "la tomografia documentava un gravissimo edema cerebrale" che si decide di tenere sotto controllo sottoponendo Margaret a "ipotermia terapeutica". Non solo: la verifica radiodiagnostica documentava anche "una polmonite ab ingestis" e si trasferisce "la paziente in Terapia intensiva, ove si effettuava una toilette broncoscopica e la truzione di bronchi secondari e terziari da materiale alimentare". Una complicazione probabilmente dovuta, ma deve essere accertato, al fatto che Margaret, nonostante dovesse essere sottoposta ad anestesia, mangiò un panino prima dell'intervento non avendo ricevuto, secondo quando si apprende, indicazioni contrarie. In conclusione, scrivono i medici nella relazione, "sulla base della nostre conoscenze l'esperienza clinica è coronata da molti successi terapeutici quando la rianimazione extraospedaliera risponde ai criteri riferiti inizialmente dai soccorritori", ma non fu così per Margaret perchè l'anamnesi iniziale non corrispondeva allo stato della ragazza.