Minacce agli agenti penitenziari: "Ti scippu a testa e ci iocu a palluni pezzo di sbirro". Assolti due gelesi
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Minacce agli agenti penitenziari: "Ti scippu a testa e ci iocu a palluni pezzo di sbirro". Assolti due gelesi
E' successo nel carcere di Agrigento
Assoluzione perché il fatto non sussiste: il giudice monocratico Fulvia Veneziano ha scagionato sei detenuti del carcere Petrusa accusati di resistenza a pubblico ufficiale. Si tratta di: Rosario Moscato, 33 anni, di Gela; Paolo Vitellaro, 33 anni, di Gela; Antonino Capizzi, 51 anni, di Palermo; Alfonso Fiammetta, 50 anni, di Catania; Gaetano Licata, 41 anni, di Santa Maria Capua Vetere e Pietro Flamia, 66 anni di Palermo. Gli imputati, secondo la ricostruzione dell'episodio, avrebbero rivolto minacce a un ispettore della polizia penitenziaria e ai suoi assistenti. "Ti scippu a testa e ci iocu a palluni pezzo di sbirro", gli avrebbero detto, come riporta un articolo a firma di Gerlando Cradinale pubblicato su "Agrigento Notizie" E poi ancora: "Il suo collega ci ha mancato di rispetto e pertanto se lo vedo al reparto gli spacco la testa e gli faccio vedere come avviene una vera aggressione da parte dei detenuti". Le minacce avrebbero avuto come finalità quella di evitare l'isolamento ai gelesi Moscato e Vitellaro ai quali si contestavano gravi violazioni disciplinari. Secondo il tribunale, tuttavia, le condotte contestate non avrebbero configurato il reato di resistenza "non avendo impedito il compimento dell'atto da parte del pubblico ufficiale".
Assoluzione perché il fatto non sussiste: il giudice monocratico Fulvia Veneziano ha scagionato sei detenuti del carcere Petrusa accusati di resistenza a pubblico ufficiale. Si tratta di: Rosario Moscato, 33 anni, di Gela; Paolo Vitellaro, 33 anni, di Gela; Antonino Capizzi, 51 anni, di Palermo; Alfonso Fiammetta, 50 anni, di Catania; Gaetano Licata, 41 anni, di Santa Maria Capua Vetere e Pietro Flamia, 66 anni di Palermo. Gli imputati, secondo la ricostruzione dell'episodio, avrebbero rivolto minacce a un ispettore della polizia penitenziaria e ai suoi assistenti. "Ti scippu a testa e ci iocu a palluni pezzo di sbirro", gli avrebbero detto, come riporta un articolo a firma di Gerlando Cradinale pubblicato su "Agrigento Notizie"
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E poi ancora: "Il suo collega ci ha mancato di rispetto e pertanto se lo vedo al reparto gli spacco la testa e gli faccio vedere come avviene una vera aggressione da parte dei detenuti". Le minacce avrebbero avuto come finalità quella di evitare l'isolamento ai gelesi Moscato e Vitellaro ai quali si contestavano gravi violazioni disciplinari. Secondo il tribunale, tuttavia, le condotte contestate non avrebbero configurato il reato di resistenza "non avendo impedito il compimento dell'atto da parte del pubblico ufficiale".