Cronaca
MORIRONO A SEGUITO DI UN INCENDIO DA LORO STESSI APPICCATO, SPUNTA UN TERZO INDAGATO
Era il 18 febbraio del 2018 quando un villino fu raso al suolo dalle fiamme, a Niscemi in contrada Vituso. La deflagrazione provocò lo scoppio di una bombola. A seguito dell'esplosio...
Era il 18 febbraio del 2018 quando un villino fu raso al suolo dalle fiamme, a Niscemi in contrada Vituso. La deflagrazione provocò lo scoppio di una bombola. A seguito dell'esplosione gli incendiari, nonché fratelli Roberto Schembri e Alfonso Schembri, persero la vita. Gravi furono le escoriazioni che riportarono dopo l'esplosione e che causarono il loro decesso nel giro di pochi mesi. A marzo dello stesso anno perì il 52enne Roberto, si spense a giungo invece il fratello Alfonso. A distanza di tre anni la procura della repubblica di Gela, a conclusione di indagini preliminari ha chiesto il rinvio a giudizio per Giuseppe Azzolina, ritenuto organizzatore e concorrente morale in concorso con i due esecutori materiali dell'incendio, accusati di aver appiccato il fuoco all' abitazione dopo aver fatto fuoriuscire il gas di due bombole presenti. Lo scenario che si presentò ai soccorritori fu agghiacciante con l'immobile quasi completamente distrutto dalle fiamme. La deflagrazione colpì anche un carro funebre conservato all'interno del garage del villino, di proprietà di un imprenditore di pompe funebri. Il terzo indagato, Giuseppe Azzolina è ora accusato anche di morte o lesioni come conseguenza di altro delitto, visto che dal reato di incendio aggravato è derivata la morte dei fratelli Schembri. Le indagini non hanno mai escluso tutte le ipotesi, dal disegno criminoso alla tesi dell'avvertimento o addirittura un gesto commissionato da terzi.