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Né studio né lavoro, maglia nera a Gela e Niscemi: il quadro è desolante

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Né studio né lavoro, maglia nera a Gela e Niscemi: il quadro è desolante

È il quadro tracciato da Openpolis, con dati Istat aggiornati al 2022, sul fenomeno dei Neet

13 Luglio 2023 12:06

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Già solo a vedere i colori della mappa vengono i brividi: in un'Europa tra il rosa e il rosso pallido, l'Italia è in rosso fuoco assieme alla Romania, mentre la Sicilia raggiunge la tonalità più scura fra le regioni, salendo fino al nero in provincia di Caltanissetta. È il quadro tracciato da Openpolis, con dati Istat aggiornati al 2022, sul fenomeno dei Neet, i giovani che non studiano, non lavorano e non sono in formazione, e che nella fascia 15-29 anni, in particolare, sul territorio siciliano raggiungono incidenze da record anche dopo la pandemia, come scrive il Giornale di Sicilia. 

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I colori dicono già tutto, ma se non dovessero bastare, ecco i numeri: mentre l'incidenza media nazionale della categoria esaminata si attesta a quota 19% sul totale degli under 30, l'Isola raccoglie sei delle dieci province con l'asticella più alta del Paese, ossia Caltanissetta, maglia nera dello Stivale con il 46%, Catania, terza con il 38%, Messina, Palermo e Siracusa, rispettivamente al quinto, sesto e settimo posto fra il 37 e il 36%, e Agrigento, la più «virtuosa» tra le peggiori con il 34% in un elenco che, manco a dirlo, vede solo territori del Mezzogiorno assieme a Taranto, Napoli, Foggia e Catanzaro.

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Il motivo? Lo studio ricorda i molteplici i fattori che possono determinare la condizione di Neet, fra il crescere con un solo genitore, vivere in una zona rurale, avere un basso reddito familiare o uno scarso rendimento scolastico. In particolare, «un aspetto da non sottovalutare è l'impatto delle competenze inadeguate sulla condizione dei ragazzi», visto che «le province con più Neet tendono a coincidere con quelle dove gli apprendimenti sono più bassi, come testimoniato dalle prove Invalsi di competenza in italiano». Ad esempio, fa notare Openpolis, nel Nisseno, nei quattro comuni per cui sono disponibili i risultati dell'anno scolastico 2021-2022, la quota di ragazzi di terza media che si è attestata nei livelli più bassi in italiano (1 e 2) ha sfiorato il 52%, con picchi del 58% a Gela e del 64% a Niscemi.

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