Non chiesero il pizzo agli imprenditori agricoli, confermata l’assoluzione a due gelesi
Cronaca
Non chiesero il pizzo agli imprenditori agricoli, confermata l’assoluzione a due gelesi
È stata confermata dalla Corte d'Appello di Caltanissetta la sentenza di assoluzione per Maurizio "Enzo" Trubia e Diego Nastasi, entrambi incriminati nell'autunno di otto ...
È stata confermata dalla Corte d'Appello di Caltanissetta la sentenza di assoluzione per Maurizio "Enzo" Trubia e Diego Nastasi, entrambi incriminati nell'autunno di otto anni fa con l'inchiesta "Redivi 2" per tentata estorsione con l'aggravante mafioso. Secondo l'ipotesi accusatoria, Trubia - pastore in "odor di mafia", come sostenevano gli inquirenti - aveva dato mandato al suo "scagnozzi" Diego Nastasi, di imporre il "pizzo" agli imprenditori impegnati nella raccolta della plastica dismessa dalle serre. Un'ipotesi accusatoria che già in primo grado non resse, tant'è che due anni fa il Tribunale emise sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste nei confronti dei due. In sede processuale, infatti, le prove contro Trubia e Nastasi risultarono claudicanti. Già in sede di incidente probatorio era successo che un imprenditore, principale accusatore dei due, aveva ritrattato le accuse. Contro la sentenza di primo grado, la Procura generale aveva presentato ricorso in appello e, ritenendo Trubia e Nastasi colpevoli, chiedeva di condannarli rispettivamente a 7 e 5 anni di carcere. Anche in appello, però, la prova regina si è sbriciolata. Gli imprenditori presunte vittime, infatti, hanno negato di avere subito richieste di "pizzo". Il ricorso della Procura generale, dunque, è stato rigettato e a Trubia e Nastasi la Corte d'Appello ha confermato la sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste.di Daniela Vinci
È stata confermata dalla Corte d'Appello di Caltanissetta la sentenza di assoluzione per Maurizio "Enzo" Trubia e Diego Nastasi, entrambi incriminati nell'autunno di otto anni fa con l'inchiesta "Redivi 2" per tentata estorsione con l'aggravante mafioso. Secondo l'ipotesi accusatoria, Trubia - pastore in "odor di mafia", come sostenevano gli inquirenti - aveva dato mandato al suo "scagnozzi" Diego Nastasi, di imporre il "pizzo" agli imprenditori impegnati nella raccolta della plastica dismessa dalle serre. Un'ipotesi accusatoria che già in primo grado non resse, tant'è che due anni fa il Tribunale emise sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste nei confronti dei due. In sede processuale, infatti, le prove contro Trubia e Nastasi risultarono claudicanti. Già in sede di incidente probatorio era successo che un imprenditore, principale accusatore dei due, aveva ritrattato le accuse. Contro la sentenza di primo grado, la Procura generale aveva presentato ricorso in appello e, ritenendo Trubia e Nastasi colpevoli, chiedeva di condannarli rispettivamente a 7 e 5 anni di carcere. Anche in appello, però, la prova regina si è sbriciolata. Gli imprenditori presunte vittime, infatti, hanno negato di avere subito richieste di "pizzo". Il ricorso della Procura generale, dunque, è stato rigettato e a Trubia e Nastasi la Corte d'Appello ha confermato la sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste.di Daniela Vinci