Salute
SU TERAPIA INTENSIVA ENI ATTENDE SOVRINTENDENZA. ARGOCASSIOPEA AL SICURO, SINDACATI STIANO TRANQUILLI
Ad un anno dall'inizio dell'emergenza coronavirus e nel pieno della quarta ondata i pazienti che necessitano del ricovero in rianimazione vengono trasferiti in altri centri dell'isola. In...
Ad un anno dall'inizio dell'emergenza coronavirus e nel pieno della quarta ondata i pazienti che necessitano del ricovero in rianimazione vengono trasferiti in altri centri dell'isola. Intanto la costruzione della terapia intensiva finanziata da Eni si è arenata ancora una volta. Un'opera che la città aspetta da ormai un anno e mezzo. Dopo le lungaggini burocratiche tra asp, Eni e comune ora è la sovrintendenza ad essere chiamata in ballo. Come spesso accade in città, a rallentare l'iter sarebbe stato il ritrovamento di alcuni reperti. Eni è dunque in attesa di come proseguire i lavori e di questo ha già informato il sindaco con una missiva fattagli recapitare ieri. Conferme sono arrivate dalla sovrintendente Daniela Vullo. Gela continua a regalare sorprese da questo punto di vista. Quando si scava c'è il rischio di incombere in ritardi a causa dei ritrovamenti. Successe in via di Bartolo, fortunatamente, ma anche in via Bresmes con il rinvenimento della cisterna ellenica che tenne chiuso il cantiere per oltre un anno. È difficile al momento stimare tempi certi considerando che la zona di Caposoprano conserva delle condizioni storiche particolari. Nella città delle incompiute resta arenato al momento anche il progetto Argo-Cassiopea, la base gas Eni prevista dal protocollo d'intesta del 2014 che garantirebbe occupazione. Manca l'autorizzazione del Comune di Gela. La Filctem negli scorsi giorni ha riacceso l'allarme. Gli stessi sindacalisti l'anno scorso fecero fuoco e fiamme per ottenere le autorizzazioni ministeriali. Ora è Giunta anche quella della Lipu, ma tarda quella emessa da palazzo di città. Rassicurano il sindaco e l'assessore Terenziano Di Stefano.di Graziano Amato