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Super truffa sul 110%: sequestrato in Sicilia un resort da 13 milioni di euro

Cronaca

Super truffa sul 110%: sequestrato in Sicilia un resort da 13 milioni di euro

Raggiro scoperto dalla Guardia di Finanza

Redazione

03 Maggio 2024 13:04

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La guardia di finanza di Siracusa ha scoperto un'articolata truffa che ha consentito il sequestro preventivo di circa 13 milioni di euro, importo corrispondente al valore dei beni immobili e dei crediti fiscali fittizi relativi al Superbonus 110%. L'attenzione dei finanzieri si è rivolta a due contratti di compravendita immobiliari stipulati in qualità di acquirenti da una coppia di coniugi, risalenti al 2020 e al 2021 e aventi oggetto in entrambi i casi un fabbricato in stato di abbandono e l'annesso terreno agricolo a Noto. Subito dopo la stipula del rogito è stata registrata all'anagrafe tributaria la costituzione di due condomìni con sede nella provincia di Siracusa e Ragusa, di cui una signora (la moglie) risultava essere rappresentante; dopo aver ottenuto le prescritte autorizzazioni locali, sono stati avviati i lavori di ristrutturazione edilizia, con demolizione e ricostruzione degli immobili per trasformarli in strutture residenziali e turistico-ricettive.

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A fronte dei costi sostenuti i condòmini hanno avanzato le richieste per il beneficio fiscale del Superbonus, ottenendo il riconoscimento di un credito pari al 110% di quanto speso per i lavori. "Sebbene tali pratiche amministrative non presentino alcun profilo di illegalità" i finanzieri hanno accertato "la fraudolenza di tale agire". Infatti è stato riscontrato che prima della stipula dei due rogiti i coniugi hanno operato, senza averne ancora titolo e con l'ausilio di alcuni professionisti compiacenti, il frazionamento catastale dei due fabbricati mediante la costituzione di 118 nuovi subalterni rispetto ai 4 originari, con l'unica finalità, come le indagini hanno dimostrato, di ottenere un beneficio fiscale di gran lunga maggiore rispetto all'importo spettante.

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Al riguardo, la disciplina del Superbonus 110% consente di poter usufruire di un ammontare massimo per singola unità immobiliare pari 96.000 euro. Laddove infatti le proprietà non fossero state frazionate, con la costituzione (fittizia) dell'ente di gestione comune gli indagati avrebbero potuto usufruire del beneficio per un massimo di sole quattro unità immobiliari per un totale, facilmente ricavabile, di poche centinaia di migliaia di euro. Tuttavia il frazionamento era meramente formale, vista l'assenza di una reale divisione (impianti elettrici, scarichi, condutture idriche) tra le costituenti unità immobiliari.

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