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"TOMATO BROWN", IL "COVID DEL POMODORO" METTE IN CRISI L’AGRICOLTURA, LO NIGRO: "E’ EMERGENZA"

Salute

"TOMATO BROWN", IL "COVID DEL POMODORO" METTE IN CRISI L’AGRICOLTURA, LO NIGRO: "E’ EMERGENZA"

A preoccupare  il comparto agricolo non c'è solo il virus Sars-CoV-2 che da ormai un anno è entrato a far parte non solo dell'organismo umano, ma nel tessuto socio econo...

04 Marzo 2021 15:18

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A preoccupare  il comparto agricolo non c'è solo il virus Sars-CoV-2 che da ormai un anno è entrato a far parte non solo dell'organismo umano, ma nel tessuto socio economico di tutti i settori. Si chiama tomato brown, il virus che nel 2018 ha colpito diverse coltivazioni serricole tra cui il pomodoro. È molto simile al coronavirus, infatti il virus è facilmente trasmissibile da pianta a pianta e si serve del tocco degli agricoltori che per questo devono prestare molta cura nel maneggiare il prodotto. Un virus che purtroppo in Sicilia pare si stia estendendo a macchia di leopardo, molto pericoloso - perché ha molteplici modalità di trasmissione. Bisogna stare attenti al contatto tra pianta e pianta, bisogna stare attenti all'operatore che lavora in campo e ci sono delle evidenze che può trasmettersi anche attraverso il seme. I sintomi in vivaio sono quasi irrilevabili. La pianta, infatti, può rimanere asintomatica fino a un drastico cambiamento di temperatura, che rende manifesta la malattia. A quel punto, il virus avrà già lavorato e si sarà già propagato in maniera importante. Secondo gli esperti in questi ultimi due anni è  mancata la collaborazione da parte delle aziende che, per colpa di una comunicazione non esaustiva e dei timori che la presenza del virus imponesse l'eradicazione forzosa degli impianti interessati". Oggi, circa il 45% delle aziende agricole in coltura protetta lamentano infezioni di tomato brown. Secondo gli esperti in questi 2 anni  non c'è  stata alcuna misura di contenimento, non era disponibile nel 2018 alcun metodo di rilevamento efficace e veloce, né è stato indicato nessun metodo di tracciamento efficace. La situazione, finché non si potrà disporre di varietà resistenti, è in progressivo peggioramento quindi l'arma principale è la prevenzione, anche con un'attenta gestione delle operazioni colturali. Ovviamente il virus non rappresenta nessun pericolo per la salute dell'uomo.

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