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TORNA L’INCUBO ZONA ROSSA PER GELA, MANCA SOLO L’UFFICIALITÀ MA I NUMERI NON LASCIANO DUBBI

Salute

TORNA L’INCUBO ZONA ROSSA PER GELA, MANCA SOLO L’UFFICIALITÀ MA I NUMERI NON LASCIANO DUBBI

Gran parte dell'estate potrebbe essere ormai compromessa. I numeri a Gela sono da zona rossa. Pare che l'ASP abbia già inoltrato la richiesta al presidente Nello Musumeci e informat...

Graziano Amato

16 Luglio 2021 13:52

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Gran parte dell'estate potrebbe essere ormai compromessa. I numeri a Gela sono da zona rossa. Pare che l'ASP abbia già inoltrato la richiesta al presidente Nello Musumeci e informato il sindaco. Nella settimana che va dal 7 al 14 luglio sono 181 i gelesi risultati positivi al covid e posti in isolamento domiciliare, ben oltre la soglia matematica. Di rosso si sono già colorate le vicine Riesi e Piazza Armerina. Impressionante il dato di ieri, che ha rivelato in città  57 nuove positività in 24 ore. Numeri così non se ne vedevano da tempo ed è cresciuto anche il dato dei decessi, fermo da mesi. Una donna è infatti deceduta. Si tratta della 78 vittima gelese. Lo spettro della zona rossa cade come un fulmine a ciel sereno sulla città. Dopo un mese e mezzo in cui le attività commerciali sono tornate a respirare tutto rischia di essere resettato. Zona rossa significa coprifuoco, autocertificazione, apertura delle attività essenziali. Di mezzo potrebbero andarci anche gli sposini, visto che verrebbero annullate anche le cerimonie di ogni tipo. Tutto complicato dalle calde temperature estive. Rispettare le restrizioni a luglio potrebbe essere difficile. Con pochi controlli facilmente le regole verrebbero disertate, contribuendo alla diffusione del virus. C'era da aspettarselo. La campana vaccinale a questo punto non sta dando i risultati desiderati. Sono diversi i casi di contagi nonostante la doppia vaccinazione. Certo è che il tasso di ospedalizzazione in città si è ridotto. La terapia intensiva è ancora vuota e malattie infettive ospita 7 ricoverati. Sono 262 i gelesi in quarantena obbligatoria, per un totale di 269 attualmente positivi. A tanti gelesi, complice la voglia di tornare alla normalità, forse è sfuggita la mano. Grave potrebbe essere stato non accostare alla campagna vaccinale il rispetto delle semplici regole. Da settimane ormai non si vedono mascherine indossate ne all'aperto e neanche all'interno di alcune attività 'commerciali. Non sono mancate serate danzanti, anche se non autorizzate. E poi ancora i festeggiamenti per la nazionale. Insomma dopo un anno e mezzo di restrizioni c'era la voglia di tornare a vivere, ma il covid ancora una volta ha detto no. Ora bisogna ricominciare da capo. Due settimane di zona rossa affosserebbero centinaia di negozi. Dall'abbigliamento alla ristorazione le saracinesche rimarrebbero chiuse. L'ultima volta che Gela entrò in zona rossa si sfiorò la rivolta Sicilia. Non va meglio nel resto della Sicilia. Nelle ultime 24 ore 353 soggetti sono risultati positivi su oltre 12mila tamponi processati, con un tasso di positiva fermo al 2, 9%.  Negli ultimi sette giorni la curva ha visto un rialzo del 75% e per la Sicilia aleggia lo spettro della zona gialla. Ma secondo gli esperti a questo punto le restrizioni a poco potrebbero servire. Per i medici bisogna puntare sulle vaccinazioni, limitare i viaggi e movida sfrenata. E' per questo che secondo Musumeci vanno cambiati i parametri. Non più legati al numero dei contagi ma al tasso di ospedalizzazione. In Sicilia su 5 milioni di abitanti ci sono 21 ricoverati in terapia intensiva e 130 in degenza ordinaria. Per lo più  finisce in ospedale chi non viene vaccinato. Ma anche in questo caso i dati del monitoraggio settimanale del Ministero della Salute inseriscono la Sicilia fra le sorvegliate speciali insieme a toscana Liguria e Calabria per numero di posti letto occupati. Mentre Gela dunque si prepara ad una nuova ondata, al Vittorio Emanuele non è pronto ne il pronto soccorso infettivologico ne la terapia intensiva e neppure il covid hotel.di Graziano Amato

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