Tra fede, devozione e folklore, si rinnova l’amore verso il Patriarca San Giuseppe
Religione
Tra fede, devozione e folklore, si rinnova l’amore verso il Patriarca San Giuseppe
Con le tre celebrazioni della domenica, l'asta, il gioco della pentolaccia e la processione del simulacro si sono chiusi i festeggiamenti in onore di San Giuseppe, venerato nella chiesa di ...
Con le tre celebrazioni della domenica, l'asta, il gioco della pentolaccia e la processione del simulacro si sono chiusi i festeggiamenti in onore di San Giuseppe, venerato nella chiesa di Sant'Agostino. Protettore dei lavoratori, padre putativo di Gesù, simbolo di umiltà e dedizione, da secoli a Giuseppe è molto legata la comunità gelese che lo onora con due appuntamenti: le tradizionali cene a marzo e la festa solenne durante la prima domenica di maggio. Tutti gli appuntamenti legati al suo culto sono impregnati di fede e folklore, come "u ioco do jaddruzzu", di origini antiche, capace ancora di attirare l'attenzione di grandi e piccini, che si cimentano nel tentativo di rompere una pignatta in terracotta appesa ad una fune per vincere dei premi. Un gioco che non conosce età, una prova di forza fisica e spirituale, legata alla devozione dei gelesi verso il "Patriarca". Molto partecipata la processione dell'antico simulacro ligneo per le vie della città. Toccanti e significative le tappe dedicate del cimitero, della Casa della Misericordia e del museo, con le preghiere dedicate ai defunti, ai poveri, agli operai e ai disoccupati.di Graziano Amato
Con le tre celebrazioni della domenica, l'asta, il gioco della pentolaccia e la processione del simulacro si sono chiusi i festeggiamenti in onore di San Giuseppe, venerato nella chiesa di Sant'Agostino. Protettore dei lavoratori, padre putativo di Gesù, simbolo di umiltà e dedizione, da secoli a Giuseppe è molto legata la comunità gelese che lo onora con due appuntamenti: le tradizionali cene a marzo e la festa solenne durante la prima domenica di maggio. Tutti gli appuntamenti legati al suo culto sono impregnati di fede e folklore, come "u ioco do jaddruzzu", di origini antiche, capace ancora di attirare l'attenzione di grandi e piccini, che si cimentano nel tentativo di rompere una pignatta in terracotta appesa ad una fune per vincere dei premi. Un gioco che non conosce età, una prova di forza fisica e spirituale, legata alla devozione dei gelesi verso il "Patriarca". Molto partecipata la processione dell'antico simulacro ligneo per le vie della città. Toccanti e significative le tappe dedicate del cimitero, della Casa della Misericordia e del museo, con le preghiere dedicate ai defunti, ai poveri, agli operai e ai disoccupati.di Graziano Amato