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Traffico di cocaina tra Gela e Licata: no alla perizia sulle intercettazioni, in 4 a processo

Cronaca

Traffico di cocaina tra Gela e Licata: no alla perizia sulle intercettazioni, in 4 a processo

Sgominata una presunta organizzazione

Redazione

09 Febbraio 2024 19:18

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Niente giudizio abbreviato condizionato per due imputati rinviati a giudizio nell'ambito della maxi inchiesta Hybris che ha sgominato un traffico di cocaina a cavallo fra le province di Agrigento, Caltanissetta e Palermo. I giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, non hanno accolto la richiesta dei difensori di due imputati - Fabio Della Rossa e Antonietta Casaccio -, gli avvocati Giuseppe Vinciguerra e Giovanni Castronovo, che chiedevano un processo "allo stato degli atti" con l'unica eccezione di disporre una perizia fonica per smentire che la voce a loro attribuita in alcune intercettazioni appartenga a loro.

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La questione era stata esaminata dal gup di Palermo, Stefania Brambille, durante l'udienza preliminare ed è stata riproposta prima dell'apertura del dibattimento. Il processo, quindi, nel quale sono imputati Francesco Cavaleri e Fabrizio Truisi prosegue con rito ordinario e saranno sentiti tutti i testi e acquisite tutte le nuove prove di pm e difesa (fa parte del collegio anche l'avvocato Gaspare Lombardo. Hanno, invece, scelto il rito abbreviato: Michele Cavaleri,  Lillo Serravalle, Ferdinando Roberto Serravalle, Angelo Sorriso e Concetta Marino. Il pm della Dda, Francesca Dessì, ha chiesto la condanna di tutti a pene fino a 20 anni di reclusione. L'inchiesta avrebbe sgominato una associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope. Le indagini hanno permesso di portare alla luce anche un giro di armi. 

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Il gup di Palermo, Stefania Brambille, si era dichiarato incompetente per territorio in relazione ad alcune decine di capi di imputazioni relativi a episodi di spaccio che si sarebbero consumati a Gela e Agrigento. La conseguenza è che il processo si celebrerà, oltre che al tribunale di Palermo, anche a Caltanissetta e ad Agrigento. Il dibattimento in corso ad Agrigento è stato aggiornato per sentire il primo testimone della lista della procura ovvero la presunta vittima di un pestaggio con metodo mafioso da parte del gruppo. 

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