Truffa aggravata allo Stato: la procura di Gela chiede due anni per i coniugi Caponetti
Cronaca
Truffa aggravata allo Stato: la procura di Gela chiede due anni per i coniugi Caponetti
La condanna è stata chiesta dal Pm Luigi Lo Valvo
Per la locale Procura gli elementi raccolti contro i coniugi Renzo Caponetti e Rita Lopez proverebbero la loro responsabilità relativamente ai reati di malversazione e truffa aggravata ai danni dello Stato per i quali sono sotto processo con il rito abbreviato davanti al Gup Roberto Riggio: perciò ne caldeggia la condanna a 2 anni ciascuno. A ricostruire i fatti contestati all’ex presidente dell’ormai inesistente associazione antiracket (carica che Caponetti ha mantenuto per 17 anni) ed alla sua consorte, è stato ieri il sostituto procuratore Luigi Lo Valvo che al Gup ha chiesto di condannare la coppia di coniugi a 2 anni ciascuno con il beneficio della sospensione condizionale dell pena. Alla richiesta di condanna avanzata dalla Procura si è associato l’avvocato Giuseppe La Spina, difensore di parte civile per il Commissario straordinario per la lotta al racket delle estorsione e all’usura che ha anche insistito sulla richiesta di risarcimento danni. Nel corso processo a carico dei coniugi Caponetti, l’avvocato Mario Ceraolo, loro difensore di fiducia, ha dato battaglia per dimostrare l’inesistenza delle accuse mosse ai propri assistiti e, sulla base degli elementi offerti al Giudice, ha chiesto di mandarli assolti dalla accuse. Sulle richieste di accusa e difesa il Gup dovrebbe pronunziarsi il prossimo 17 aprile, giorno in cui è stata rinviata l’udienza anche per eventuali repliche. I Caponetti, rispettivamente amministratore e titolare di una ditta individuale esercente attività di commercio all’ingrosso di generi alimentari, sono sospettati di avere fatto ricorso ad “artifizi e raggiri” per ottenere dallo Stato i benefici economici concessi alle vittime di estorsione. Secondo l’ipotesi accusatoria avrebbero dichiarato di avere subito un mancato guadagno, collegando le perdite economiche al fatto di essere stati esclusi dal mercato come forma di intimidazione ambientale. L’istanza presentata al fondo di solidarietà fu accolta dall’Ufficio del Commissario per il Coordinamento delle iniziative Antiracket e Antiusura ed ai Caponetti fu riconosciuto un beneficio economico di 396: somma che, si ritiene, i Caponetti avrebbero trattenuto anziché reinvestirla in attività imprenditoriali, così come prevede la normativa vigente. Una violazione per la quale ora rischiano la condanna.
Per la locale Procura gli elementi raccolti contro i coniugi Renzo Caponetti e Rita Lopez proverebbero la loro responsabilità relativamente ai reati di malversazione e truffa aggravata ai danni dello Stato per i quali sono sotto processo con il rito abbreviato davanti al Gup Roberto Riggio: perciò ne caldeggia la condanna a 2 anni ciascuno. A ricostruire i fatti contestati all'ex presidente dell'ormai inesistente associazione antiracket (carica che Caponetti ha mantenuto per 17 anni) ed alla sua consorte, è stato ieri il sostituto procuratore Luigi Lo Valvo che al Gup ha chiesto di condannare la coppia di coniugi a 2 anni ciascuno con il beneficio della sospensione condizionale dell pena.
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Alla richiesta di condanna avanzata dalla Procura si è associato l'avvocato Giuseppe La Spina, difensore di parte civile per il Commissario straordinario per la lotta al racket delle estorsione e all'usura che ha anche insistito sulla richiesta di risarcimento danni. Nel corso processo a carico dei coniugi Caponetti, l'avvocato Mario Ceraolo, loro difensore di fiducia, ha dato battaglia per dimostrare l'inesistenza delle accuse mosse ai propri assistiti e, sulla base degli elementi offerti al Giudice, ha chiesto di mandarli assolti dalla accuse. Sulle richieste di accusa e difesa il Gup dovrebbe pronunziarsi il prossimo 17 aprile, giorno in cui è stata rinviata l'udienza anche per eventuali repliche.
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I Caponetti, rispettivamente amministratore e titolare di una ditta individuale esercente attività di commercio all'ingrosso di generi alimentari, sono sospettati di avere fatto ricorso ad "artifizi e raggiri" per ottenere dallo Stato i benefici economici concessi alle vittime di estorsione. Secondo l'ipotesi accusatoria avrebbero dichiarato di avere subito un mancato guadagno, collegando le perdite economiche al fatto di essere stati esclusi dal mercato come forma di intimidazione ambientale. L'istanza presentata al fondo di solidarietà fu accolta dall'Ufficio del Commissario per il Coordinamento delle iniziative Antiracket e Antiusura ed ai Caponetti fu riconosciuto un beneficio economico di 396: somma che, si ritiene, i Caponetti avrebbero trattenuto anziché reinvestirla in attività imprenditoriali, così come prevede la normativa vigente. Una violazione per la quale ora rischiano la condanna.