Tutti rientrati in Italia i lavoratori della Ascot che da anni ha sede distaccata in Sudan
Cronaca
Tutti rientrati in Italia i lavoratori della Ascot che da anni ha sede distaccata in Sudan
La profonda crisi politica che da giorni interessa il Sudan, con lo scontro frontale tra due generali e i loro eserciti che si contendono il potere per detenere la leadership economica e soc...
La profonda crisi politica che da giorni interessa il Sudan, con lo scontro frontale tra due generali e i loro eserciti che si contendono il potere per detenere la leadership economica e sociale, lambisce anche Gela e una delle sue aziende più importanti che, nel paese al centro del corno d'africa, ha uno dei suoi stabilimenti. È la "Ascot", una delle prime aziende italiane che vi si sono insediate nel 2003 per portare energia e progresso al paese. Da un ventennio i prodotti Ascot alimentano le centrali di pompaggio che prelevando acqua dal Nilo e irrigano ininterrottamente i campi fertili del Sudan o le centrali telefoniche sparse in tutto il paese. Più di seimila installazioni Ascot garantiscono l'energia al paese africano. Oltre ai generatori di corrente, l'azienda "Made in Gela", con i suoi dipendenti gelesi che li operano, ha istallato degli ibridi in grado di fare risparmiare agli operatori telefonici oltre il 68 per cento di carburante rispetto alle soluzioni tradizionali disponibili sul mercato. Ma dal 15 aprile scorso, da quando cioè, le forze paramilitari del supporto rapido guidate dal generale Mohamed Hamadan Dagalo hanno attaccato il quartiere generale dell'esercito regolare con in testa il generale Abdel Fattah Al Burhan per le velleità di due generali e dei loro eserciti di accaparrarsi la supremazia economica e sociale a colpi di artiglieria e con combattimenti corpo a corpo, nella sede di Khartoum dell'Ascot si sono adottate le contromisure, vista la guerra civile che ne è derivata e che sta facendo registrare una carneficina. I dipendenti gelesi, una quarantina che vi operano in regime di intenso lavoro, sono stati evacuati a fatti rimpatriare per tempo per scongiurare pericoli alla loro incolumità. Anche la filiale dell'Ascot è stata evacuata. "Il nostro partner logistico, invece- dice Michele Greca, patron della società - continuerà sul territorio a supportare le operation anche in questo scenario guerra anche perché le telecomunicazioni non possono fermarsi mai. Siamo in attesa che la situazione si normalizzi per tornare a supportare la nazione. Abbiamo ancora tanto da offrire al paese e noi italiani non ci tiriamo mai indietro e lo dimostra il fatto che negli anni ci siamo sempre distinti".di Daniela Vinci
La profonda crisi politica che da giorni interessa il Sudan, con lo scontro frontale tra due generali e i loro eserciti che si contendono il potere per detenere la leadership economica e sociale, lambisce anche Gela e una delle sue aziende più importanti che, nel paese al centro del corno d'africa, ha uno dei suoi stabilimenti. È la "Ascot", una delle prime aziende italiane che vi si sono insediate nel 2003 per portare energia e progresso al paese. Da un ventennio i prodotti Ascot alimentano le centrali di pompaggio che prelevando acqua dal Nilo e irrigano ininterrottamente i campi fertili del Sudan o le centrali telefoniche sparse in tutto il paese. Più di seimila installazioni Ascot garantiscono l'energia al paese africano. Oltre ai generatori di corrente, l'azienda "Made in Gela", con i suoi dipendenti gelesi che li operano, ha istallato degli ibridi in grado di fare risparmiare agli operatori telefonici oltre il 68 per cento di carburante rispetto alle soluzioni tradizionali disponibili sul mercato. Ma dal 15 aprile scorso, da quando cioè, le forze paramilitari del supporto rapido guidate dal generale Mohamed Hamadan Dagalo hanno attaccato il quartiere generale dell'esercito regolare con in testa il generale Abdel Fattah Al Burhan per le velleità di due generali e dei loro eserciti di accaparrarsi la supremazia economica e sociale a colpi di artiglieria e con combattimenti corpo a corpo, nella sede di Khartoum dell'Ascot si sono adottate le contromisure, vista la guerra civile che ne è derivata e che sta facendo registrare una carneficina. I dipendenti gelesi, una quarantina che vi operano in regime di intenso lavoro, sono stati evacuati a fatti rimpatriare per tempo per scongiurare pericoli alla loro incolumità. Anche la filiale dell'Ascot è stata evacuata. "Il nostro partner logistico, invece- dice Michele Greca, patron della società - continuerà sul territorio a supportare le operation anche in questo scenario guerra anche perché le telecomunicazioni non possono fermarsi mai. Siamo in attesa che la situazione si normalizzi per tornare a supportare la nazione. Abbiamo ancora tanto da offrire al paese e noi italiani non ci tiriamo mai indietro e lo dimostra il fatto che negli anni ci siamo sempre distinti".di Daniela Vinci