Via Crucis nel quartiere Santa Lucia di Gela con la croce di fratel Biagio
Religione
Via Crucis nel quartiere Santa Lucia di Gela con la croce di fratel Biagio
Un momento toccante e intenso
Via Crucis oggi pomeriggio nel quartiere Santa Lucia con la croce di fratel Biagio Conte. Il missionario di Palermo recentemente scomparso, ha fondato la " Missione Speranza e Carità" ed è stato sempre accanto agli ultimi che ha sempre amato e per i cui diritti ha lottato ed in mezzo ai quali ha vissuto per 30 anni. Una via Crucis in questo venerdì di Quaresima che ha permesso a tanti fedeli di pregare e portare in pellegrinaggio la Croce appartenuta a Biagio e ascoltare la testimonianza della sua missione. L’iniziativa è stata voluta dal Centro Zuppardo, Uciim, Convegno di Cultura Maria Cristina di Savoia, Unione Giuristi Cattolici Italiani che assieme alla parrocchia Santa Lucia hanno permesso ai fedeli di Gela di conoscere l'eredità di Fratel Biagio, modello di cittadinanza e di servizio. Figlio di un industriale edile, dal maggio 1990 decise di dedicarsi a Dio, vestendosi di sacco, rinunciando a una casa, ritirandosi nelle montagne dell'entroterra siciliano e vivendo come un eremita, per poi incamminarsi in solitudine verso Assisi. Tornò a Palermo con l'intenzione di partir per l'Africa come missionario, ma rimase tra la sua gente: "Qui in troppi soffrono povertà e abbandono, qui è la mia missione". Cominciò dai senzatetto della Stazione di Palermo Centrale, facendosi - e lo era - uno di loro. Continuò fondando, nel 1993, la "Missione di Speranza e Carità" che ha ospirato e aiutato, negli anni, migliaia di persone senza chiedere ad alcuno in quale Dio credesse. Biagio non è un prete nè un monaco, lo hanno chiamato "Frà" perchè si è fatto fratello di tutti, e per tutti ha camminato, spesso portando sulle proprie spalle una croce più pesante di lui
Via Crucis oggi pomeriggio nel quartiere Santa Lucia con la croce di fratel Biagio Conte. Il missionario di Palermo recentemente scomparso, ha fondato la " Missione Speranza e Carità" ed è stato sempre accanto agli ultimi che ha sempre amato e per i cui diritti ha lottato ed in mezzo ai quali ha vissuto per 30 anni. Una via Crucis in questo venerdì di Quaresima che ha permesso a tanti fedeli di pregare e portare in pellegrinaggio la Croce appartenuta a Biagio e ascoltare la testimonianza della sua missione. L'iniziativa è stata voluta dal Centro Zuppardo, Uciim, Convegno di Cultura Maria Cristina di Savoia, Unione Giuristi Cattolici Italiani che assieme alla parrocchia Santa Lucia hanno permesso ai fedeli di Gela di conoscere l'eredità di Fratel Biagio, modello di cittadinanza e di servizio.
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Figlio di un industriale edile, dal maggio 1990 decise di dedicarsi a Dio, vestendosi di sacco, rinunciando a una casa, ritirandosi nelle montagne dell'entroterra siciliano e vivendo come un eremita, per poi incamminarsi in solitudine verso Assisi. Tornò a Palermo con l'intenzione di partir per l'Africa come missionario, ma rimase tra la sua gente: "Qui in troppi soffrono povertà e abbandono, qui è la mia missione". Cominciò dai senzatetto della Stazione di Palermo Centrale, facendosi - e lo era - uno di loro. Continuò fondando, nel 1993, la "Missione di Speranza e Carità" che ha ospirato e aiutato, negli anni, migliaia di persone senza chiedere ad alcuno in quale Dio credesse.
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Biagio non è un prete nè un monaco, lo hanno chiamato "Frà" perchè si è fatto fratello di tutti, e per tutti ha camminato, spesso portando sulle proprie spalle una croce più pesante di lui