Personale sanitario incrocia le braccia: la protesta anche all’ospedale di gela
Salute
Personale sanitario incrocia le braccia: la protesta anche all’ospedale di gela
Massiccia l'adesione alla giornata di lotta
Uscire dalla pubblica amministrazione riconoscendo per i medici e dirigenti sanitari la categoria speciale, depenalizzare l’atto medico, finanziare adeguatamente il contratto, detassare parte dello stipendio. Sono state queste le parole d'ordine durante l'assemblea dei medici siciliani aderenti allo sciopero nazionale della durata di 24 ore, proclamato dalle sigle sindacali Anaao Assomed e Cimo-Fesmed ieri mattina a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei Medici di Palermo. Negli ospedali di tutta Italia sta infatti montando un grande movimento di protesta che non si esaurisce con la manifestazione di oggi: questo sciopero, fanno sapere i rappresentanti di Cimo-Fesmed, è solo l’inizio di un percorso volto a difendere la sanità pubblica, tutelare il diritto alle cure dei cittadini e valorizzare i professionisti della salute. I medici infatti si sono sempre fatti in quattro per garantire la migliore assistenza possibile, e sono stati ripagati con una manovra che li deruba delle loro pensioni e che riserva briciole al rinnovo dei loro contratti e al finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Intanto però si sovvenziona la sanità privata, interessata solo ai propri profitti.
Uscire dalla pubblica amministrazione riconoscendo per i medici e dirigenti sanitari la categoria speciale, depenalizzare l'atto medico, finanziare adeguatamente il contratto, detassare parte dello stipendio. Sono state queste le parole d'ordine durante l'assemblea dei medici siciliani aderenti allo sciopero nazionale della durata di 24 ore, proclamato dalle sigle sindacali Anaao Assomed e Cimo-Fesmed ieri mattina a Villa Magnisi, sede dell'Ordine dei Medici di Palermo. Negli ospedali di tutta Italia sta infatti montando un grande movimento di protesta che non si esaurisce con la manifestazione di oggi: questo sciopero, fanno sapere i rappresentanti di Cimo-Fesmed, è solo l'inizio di un percorso volto a difendere la sanità pubblica, tutelare il diritto alle cure dei cittadini e valorizzare i professionisti della salute.
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I medici infatti si sono sempre fatti in quattro per garantire la migliore assistenza possibile, e sono stati ripagati con una manovra che li deruba delle loro pensioni e che riserva briciole al rinnovo dei loro contratti e al finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Intanto però si sovvenziona la sanità privata, interessata solo ai propri profitti.