Salute
ANCHE A NATALE IL CONTAGIO HA CORSO VELOCEMENTE MENTRE PREOCCUPANO LE PROSSIME SETTIMANE
Per migliaia di gelesi non è stato un Natale sereno. Sono 801 i positivi in città, e di questi 17 occupano un letto del Vittorio Emanuele. Sono 784 invece i soggetti in quarant...
Per migliaia di gelesi non è stato un Natale sereno. Sono 801 i positivi in città, e di questi 17 occupano un letto del Vittorio Emanuele. Sono 784 invece i soggetti in quarantena perché contagiati. Questo crea un effetto domino visto che il dato raddoppia considerando che chi effettua l'isolamento fiduciario perché contatto stretto di un positivo. È stato un Natale a doppia corsia in città: da un lato la solitudine con centinaia di gelesi costretti a rimanere a casa, famiglie divise nello stesso appartamento o addirittura in abitazioni diverse dall'altro chi non è riuscito a fare a meno dei festeggiamenti. Inevitabilmente i nuclei familiari si sono riuniti e in questi giorni di festa non sono mancati gli assembramenti anche fuori e dentro ai locali, d'altronde le norme lo prevedono. C'è chi ha scelto comunque la via della prevenzione facendo un tampone nei giorni di festa. Anche a Gela si è registrata la corsa all'acquisto di test rapidi nelle farmacie mentre è tornata in piena azione la macchina organizzativa dell'Asp, che secondo qualche utente lascia a desiderare. Qualcuno si sfoga sui social, criticando la gestione dell'azienda sanitaria e lamentando ritardi nell'esecuzione dei tamponi e mancate risposte telefoniche. Nonostante nei giorni festa si effettuino meno tamponi il dato dei bollettini natalizi non è di certo un regalo gradito: durante il weekend di Natale sono risultati positivi 114 gelesi. Di questi 111 sono finiti in quarantena, e soltanto 3 sono stati ricoverati. Questo dato la dice lunga sulla nuova ondata, che comunque rispetto all'anno scorso e grazie ai vaccini, si sta rivelando meno pericolosa, almeno per chi ha scelto di vaccinarsi. Non c'è stato nessun decesso, mentre 83 gelesi sono guariti e 2 hanno lasciato l'ospedale. Alto comunque il numero di positivi in tutta la provincia di Caltanissetta e anche se in ospedale finiscono meno persone le corsie sono tornate ad affollarsi, anche quelle delle terapie intensive. Il contagio corre, e le festività spaventano. Poco effetto hanno le restrizioni soft imposte dal sindaco e nulla ferma la voglia di divertirsi dei giovani. Gli eventi del capodanno sono stati cancellati, ma questo non eviterà probabilmente le feste private. Per questo intimorisce anche lo scenario che potrebbe venire a crearsi durante i primi giorni del nuovo anno. Il rientro dalle ferie e il ritorno tra i banchi di scuola potrebbero dare al Covid-19 leste gambe per muoversi. Nel bel mezzo della quarta ondata inoltre Gela si fa trovare ancora impreparata in merito alle strutture sanitarie: a guardare questa foto sembra di tornare indietro di qualche mese, con tante autoambulanze ferme fuori dal pronto soccorso infettivologico, in attesa di scaricare pazienti, mentre non è stato ancora attivato il nuovo pronto soccorso su cui si lavora da mesi. Stesso vale per la terapia intensiva finanziata da Eni. Quella ordinaria al Vittorio Emanuele è satura. Tutti i letti sono occupati da pazienti provenienti da altre città. Se un paziente gelese necessitasse della rianimazione rischierebbe il trasferimento ma del nuovo reparto non c'è traccia. Asp ha garantito di aver concluso le procedure di propria competenza e ora dovrebbe essere Eni a iniziare i lavori, a distanza di oltre un anno dall'annuncio. Non c'è ancora neanche un Covid-19 hotel e chi risulta positivo deve giocare alla roulette russa in casa propria, a contatto con i propri familiari con il rischio costante di contagiare, oppure occupare un letto d'ospedale anche se presenta lievi sintomi. Insomma non è di certo il Natale che ci si aspettava e anche quest'anno si chiuderà tra ansie e preoccupazioni. C'è un dato rincuorante e riguarda le vaccinazioni. L'Hub del Palacossiga ha continuato a lavorare anche nei giorni di festa, e molti hanno deciso di sottoporsi alla vaccinazione. Forse per paura piano piano anche i più scettici stanno abbattendo il muro chi si erano posti. Buona anche la risposta dei bambini a cui i pediatri inoculano le dosi il martedì, il mercoledì e il giovedì dalle 16 alle 18.di Graziano Amato