Anniversario Chinnici, Schifani: "Grazie a lui un cambiamento culturale nella lotta alla mafia"
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Anniversario Chinnici, Schifani: "Grazie a lui un cambiamento culturale nella lotta alla mafia"
Oggi il 41esimo anniversario
"Il giudice Rocco Chinnici credeva fortemente nell’importanza che nella società, e soprattutto nei più giovani, nascesse una nuova coscienza nel contrasto alla mafia. E la sua lezione non va dimenticata: vincere contro la criminalità organizzata è una conquista quotidiana che richiede un cambiamento culturale. Lui per primo diede il via a una svolta nella lotta a cosa nostra creando un metodo che ancora adesso dà i suoi frutti. I suoi insegnamenti sono quanto mai attuali ed è nostro dovere custodirli e metterli in pratica». Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che stamattina ha partecipato alla cerimonia di commemorazione in occasione del 41° anniversario dell’attentato in cui persero la vita il capo dell’Ufficio istruzione, Rocco Chinnici, i due uomini della sua scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l'appuntato Salvatore Bartolotta, e Stefano Li Sacchi, il portiere dello stabile nel quale il giudice viveva, ferito, invece l’autista dell’auto blindata del magistrato, Giovanni Paparcuri.
"Il giudice Rocco Chinnici credeva fortemente nell'importanza che nella società, e soprattutto nei più giovani, nascesse una nuova coscienza nel contrasto alla mafia. E la sua lezione non va dimenticata: vincere contro la criminalità organizzata è una conquista quotidiana che richiede un cambiamento culturale. Lui per primo diede il via a una svolta nella lotta a cosa nostra creando un metodo che ancora adesso dà i suoi frutti. I suoi insegnamenti sono quanto mai attuali ed è nostro dovere custodirli e metterli in pratica».
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Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che stamattina ha partecipato alla cerimonia di commemorazione in occasione del 41° anniversario dell'attentato in cui persero la vita il capo dell'Ufficio istruzione, Rocco Chinnici, i due uomini della sua scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l'appuntato Salvatore Bartolotta, e Stefano Li Sacchi, il portiere dello stabile nel quale il giudice viveva, ferito, invece l'autista dell'auto blindata del magistrato, Giovanni Paparcuri.