ARRIVA LA CIRCOLARE ANTI-TELEFONINO PER LE SCUOLE MA PER I DOCENTI NON È UNA NOVITÀ
Scuola
ARRIVA LA CIRCOLARE ANTI-TELEFONINO PER LE SCUOLE MA PER I DOCENTI NON È UNA NOVITÀ
"Trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, a cui è prioritario restituire autorevolezza" così il Minis...
"Trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, a cui è prioritario restituire autorevolezza" così il Ministro Giuseppe Valditara giustifica il divieto dell'utilizzo degli smartphone nelle scuole contenuto nell'ultima circolare emanata dal ministero dell'istruzione e soprannominata da molti la circolare anti - telefonini. Un divieto che non prevede né sanzione né particolari provvedimenti ma che chiede a dirigenti e docenti di organizzarsi per impedire l'uso dei cellulari in classe. Con quest'azione il Ministro Valditara tenta di fatti di istituzionalizzare un divieto che in realtà è già previsto nelle scuole sin dai primi anni duemila quando ci si rese conto che i telefoni cellulari potevano essere effettivamente una distrazione per gli studenti.Da allora i telefoni sono cambiati molto, per usare un eufemismo, e oggi più che una distrazione rischiano di essere una vera dipendenza ma molti educatori ci hanno tenuto a precisare che questa circolare non esplicita nulla nuovo e che gli insegnanti non facessero già. La polemica si è spinta poi nel far notare invece il potenziale didattico di telefoni e altri strumenti digitali e che vietarli è un po' come tentare di fermare il vento con le mani. Il giornalista Massimo Gramellini in un editoriale per il corriere della sera oltre a sottolineare come la circolare sia identica a quella che emise quindici anni fa il Ministro fioroni si chiede come possiamo vietare ai ragazzi gli smartphone, quando sono gli adulti i primi a farne un uso scriteriato? non sarebbe meglio trasformarlo in uno strumento di didattica? utilizzo che tra l'altro è stato parecchio sperimentato con la didattica a distanza quando gli studenti erano soliti seguire le lezioni proprio dai loro cellulari.di Stefano Blanco
ARRIVA LA CIRCOLARE ANTI-TELEFONINO PER LE SCUOLE MA PER I DOCENTI NON È UNA NOVITÀ
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"Trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, a cui è prioritario restituire autorevolezza" così il Ministro Giuseppe Valditara giustifica il divieto dell'utilizzo degli smartphone nelle scuole contenuto nell'ultima circolare emanata dal ministero dell'istruzione e soprannominata da molti la circolare anti - telefonini. Un divieto che non prevede né sanzione né particolari provvedimenti ma che chiede a dirigenti e docenti di organizzarsi per impedire l'uso dei cellulari in classe. Con quest'azione il Ministro Valditara tenta di fatti di istituzionalizzare un divieto che in realtà è già previsto nelle scuole sin dai primi anni duemila quando ci si rese conto che i telefoni cellulari potevano essere effettivamente una distrazione per gli studenti.Da allora i telefoni sono cambiati molto, per usare un eufemismo, e oggi più che una distrazione rischiano di essere una vera dipendenza ma molti educatori ci hanno tenuto a precisare che questa circolare non esplicita nulla nuovo e che gli insegnanti non facessero già. La polemica si è spinta poi nel far notare invece il potenziale didattico di telefoni e altri strumenti digitali e che vietarli è un po' come tentare di fermare il vento con le mani. Il giornalista Massimo Gramellini in un editoriale per il corriere della sera oltre a sottolineare come la circolare sia identica a quella che emise quindici anni fa il Ministro fioroni si chiede come possiamo vietare ai ragazzi gli smartphone, quando sono gli adulti i primi a farne un uso scriteriato? non sarebbe meglio trasformarlo in uno strumento di didattica? utilizzo che tra l'altro è stato parecchio sperimentato con la didattica a distanza quando gli studenti erano soliti seguire le lezioni proprio dai loro cellulari.di Stefano Blanco
ARRIVA LA CIRCOLARE ANTI-TELEFONINO PER LE SCUOLE MA PER I DOCENTI NON È UNA NOVITÀ
