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Calci e pugni al lungomare di Gela per un "like" in una foto: condannato a dieci mesi

Cronaca

Calci e pugni al lungomare di Gela per un "like" in una foto: condannato a dieci mesi

Condanna confermata per un imputato

Daniela Vinci

25 Gennaio 2024 18:02

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È stata confermata dalla Corte d'Appello di Caltanissetta la condanna a 10 mesi con il beneficio della sospensione condizionale della pena ad un gelese che nella primavera di cinque anni fa pestò selvaggiamente un coetaneo per un "like" non gradito messo sulla foto pubblicata dalla sua lei nel social network Facebook. Ad agire con calci, pugni e ginocchiate sotto gli occhi indifferenti di diversi avventori di un locale pubblico sito sul Lungomare Federico II di Svevia era stato il fidanzato della giovane a cui il desiderio di vendetta è costato la condanna nei primi due gradi del giudizio per lesioni aggravate e minacce. 
A subirla è stato Francesco Riggio. 

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Il giovane è stato anche condannato a risarcire in sede civile la vittima del pestaggio che al processo è stato parte civile con il patrocinio dell'avvocato Joseph Donegani  
I fatti contestati a Riggio risalgono al 5 maggio del 2019. Quella sera il giovane raggiunse un locale della "movida" con propositi belligeranti. A turbare il suo animo era stato quel "like" che la vittima aveva "osato" mettere sulla foto pubblicata dalla sua fidanzata nel proprio profilo Facebook. Quel "like" percepito come una "minaccia" alla sua relazione , avrebbe indotto Riggio ad ordire una severa punizione contro l'autore allo scopo di redarguirlo ed indurlo a non importunare la sua fidanzata.

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L'occasione gli si presentò quella sera del 5 maggio quando, all'esterno del locale pubblico, notò la presenza del "rivale". Senza pensarci due volte, lo raggiunse e lo colpì violentemente con calci, pugni e ginocchiate sotto gli occhi indifferenti di decine di avventori. Per i colpi incassati, la vittima stramazzò a terra. Sul posto fu chiamata ad intervenire un'ambulanza per prestare soccorso al malcapitato al quale i medici del pronto soccorso diagnosticarono poi una prognosi di un mese per le fratture e le ecchimosi riportate durante il pestaggio. Prima che sul posto sopraggiungesse l'ambulanza per prestare soccorso alla vittima, Riggio avrebbe anche proferito parole dal contenuto minaccioso contro il "rivale", prospettandogli l'ipotesi che la questione non era ancora chiusa. "Appena ti riprendi e ti torna la memoria - gli avrebbe urlato - ne parliamo". L'episodio fu denunciato e contro Riggio scattò l'incriminazione che gli è costata la condanna.

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