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Caporalato, Uil Sicilia: "Nel nisseno e in Sicilia il paradosso di produzioni agricole in aumento e occupati regolari in calo"

Lavoro

Caporalato, Uil Sicilia: "Nel nisseno e in Sicilia il paradosso di produzioni agricole in aumento e occupati regolari in calo"

Marino e Savarino: "Bene inchieste anticaporalato, ma non bastano"

13 Luglio 2023 09:28

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"Di caporalato non si può parlare un giorno solo e solo sulla spinta di un'inchiesta giudiziaria, come quella di Caltanissetta. Siamo grati a magistratura e forze dell'ordine, oltre che ai purtroppo pochi braccianti disposti a denunciare la rete di sfruttamento di cui sono vittime, ma la mafia dei campi va combattuta anche dai cittadini con acquisti all'insegna del buono è legale. Le aziende-pirata vanno messe fuori mercato dagli stessi consumatori". 

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 Lo afferma il segretario generale della Uila Sicilia, Nino Marino, insieme con Enzo Savarino, segretario organizzativo regionale Uila, a commento dell'operazione della Squadra Mobile di Caltanissetta che ha eseguito ieri otto misure cautelari. Marino e Savarino aggiungono: "Abbiamo recentemente evidenziato, sulla base di una nostra elaborazione su dati Inps, come nelle province siciliane si registri un inquietante calo di occupati regolarmente assunti. Nel Nisseno, ad esempio, tra 2020 e 2022 sono spariti quasi 800 braccianti dall'elenco dei regolari mentre nel solo periodo 2021-2022 il decremento è stato del 5.65 per cento, al di sopra della media regionale che si attesta al 5.37 per cento".

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"Assistiamo a un regresso inspiegabile, considerato che la produzione agricola non è certo diminuita in questi anni. Anzi, per ultimo a seguito dell'invasione russa in Ucraina, s'è incrementata. Un apparente paradosso dietro al quale si nascondono sempre più massicci fenomeni di nero e caporalato, ovvero il contrario di quel lavoro sicuro e dignitoso che noi pretendiamo comunque e ovunque".

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"Siamo di fronte a un'emergenza occupazionale che investe operai agricoli siciliani e stranieri - concludono Nino Marino ed Enzo Savarino -Oltre all'incondizionato sostegno a inquirenti e investigatori, avanziamo tre richieste per contrastare il fenomeno e combattere quei prenditori (non chiamateli imprenditori!) che negano a migliaia di donne e uomini il diritto di avere diritti. Rivendichiamo innanzitutto che la Regione proceda finalmente all'adeguamento degli organici negli Ispettorati del Lavoro, perché siano all'altezza della sfida lanciata dalla criminalità rurale. Proponiamo, poi, l'incrocio trasparente di domanda e offerta attraverso gli enti bilaterali che sono composti da sindacati e associazioni datoriali del settore. Da tempo, infine, sollecitiamo norme che impediscano il licenziamento di chi denuncia violazioni in agricoltura".

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