Chiesti 20 anni per l’assassinio in carcere di Paolo Costarelli
Cronaca
Chiesti 20 anni per l’assassinio in carcere di Paolo Costarelli
Per l'omicidio del gelese 60enne Paolo Costarelli consumato nel carcere di Caltagirone nel dicembre di due anni fa, la Procura calatina chiede al Gup di condannare il killer reo confesso. S...
Per l'omicidio del gelese 60enne Paolo Costarelli consumato nel carcere di Caltagirone nel dicembre di due anni fa, la Procura calatina chiede al Gup di condannare il killer reo confesso. Si tratta del Calabrese 44enne Salvatore Moio per il quale la pubblica accusa chiede la condanna a 20 anni di prigione per omicidio volontario con l'aggravante della minorata difesa per avere agito nei confronti di un soggetto sottoposto a trattamento farmacologico che lo rendeva debole. Le conclusioni del PM sono state condivise dai difensori di parte civile che hanno sottolineato elementi emersi sul cadavere di Costarelli, quali i segni di lacci nel collo e la presenza di denti rotti nel cavo orale, che dimostrerebbero la forza impressa da Moio contro Costarelli, poi deceduto per soffocamento. Fino alla fine: l'imputato, ha voluto fornire la sua verità su quanto successo quella tragica sera nella cella del carcere di contrada "Noce" che condivideva con Costarelli. A dire di Moio sarebbe stato Costarelli a provocarlo e ad aggredirlo per primo, descrivendo poi la vittima come un soggetto particolarmente invadente. Il difensore di Moio ha chiesto al Gup di riqualificare il reato in omicidio preterintenzionale. Sulle richieste delle parti, il Gup si pronunzierà il mese prossimo.di Redazione
24 Febbraio 2023 14:52
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Per l'omicidio del gelese 60enne Paolo Costarelli consumato nel carcere di Caltagirone nel dicembre di due anni fa, la Procura calatina chiede al Gup di condannare il killer reo confesso. Si tratta del Calabrese 44enne Salvatore Moio per il quale la pubblica accusa chiede la condanna a 20 anni di prigione per omicidio volontario con l'aggravante della minorata difesa per avere agito nei confronti di un soggetto sottoposto a trattamento farmacologico che lo rendeva debole. Le conclusioni del PM sono state condivise dai difensori di parte civile che hanno sottolineato elementi emersi sul cadavere di Costarelli, quali i segni di lacci nel collo e la presenza di denti rotti nel cavo orale, che dimostrerebbero la forza impressa da Moio contro Costarelli, poi deceduto per soffocamento. Fino alla fine: l'imputato, ha voluto fornire la sua verità su quanto successo quella tragica sera nella cella del carcere di contrada "Noce" che condivideva con Costarelli. A dire di Moio sarebbe stato Costarelli a provocarlo e ad aggredirlo per primo, descrivendo poi la vittima come un soggetto particolarmente invadente. Il difensore di Moio ha chiesto al Gup di riqualificare il reato in omicidio preterintenzionale. Sulle richieste delle parti, il Gup si pronunzierà il mese prossimo.di Redazione