Cronaca
Droga sull’asse Catania-Gela, i contatti con i clan etnei e l’aiuto al telefono del boss detenuto
I due avrebbero tenuto i contatti grazie a un cellulare a disposizione del catanese
Non ci sono solo i cappelloti a tessere le trame con i gelesi. Le relazioni pericolose passano da diverse casacche mafiose catanesi. Ma i protagonisti dei viaggi della droga sulla famigerata Catania-Gela, scrive il quotidiano "la Sicilia" cambiano a un certo punto. E cambiano per colpa di alcune frizioni capitate. Il capobanda Giuseppe Tasca affida al genero Giuseppe Pasqualino, detto Peppe Stampella, le connessioni con Salvatore Castorina, collaboratore di giustizia dopo l'arresto nel maxi blitz della squadra mobile etnea in piena pandemia Camaleonte, e Luigi Scuderi, genero del boss di Monte Po Mario Strano (ex santapaoliano traghettato nelle file dei carateddi seppur a capo di un gruppo autonomo). Ma alcune scelte di Tasca non piacciano in fatto di gestione dei traffici e di controversie.
E così Giuseppe Dominicoli, forte dei suoi legami familiari con il vecchio boss dei Laudani Rosario Bonanno (alias Saro Marascio) assieme a Samuele Rinzivillo prende la palla al balzo e decide di crearsi una via autonoma con i catanesi. Rinsalda con Castorina, ma nel frattempo cuce rapporti con uomini vicini ai Santapaola, conosciuti in carcere. Come Filippo Checco Scordino e il fratello Giuliano. Chi è Scordino? Uno che è stato a strettissimo contatto con Andrea Nizza, monopolista per anni del narcotraffico catanese. Quando si pente i suoi verbali finiscono nell'inchiesta Agorà che due anni smontano la cabina di regia della famiglia catanese di Cosa nostra. Conosce chi comanda, ha armi a disposizione. Nella lunga lista di indagati c'è un santapaoliano di peso, si tratta di Luca Marino, boss di San Giovanni Galermo che avrebbe aiutato Dominicoli nel traffico di droga da detenuto. I due avrebbero tenuto i contatti grazie a un cellulare a disposizione del catanese.