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Due anni fa la tragedia del mercatino, i familiari "dimenticati" delle vittime chiedono risposte

Cronaca

Due anni fa la tragedia del mercatino, i familiari "dimenticati" delle vittime chiedono risposte

Il 5 giugno 2019 è una data che difficilmente le famiglie Nicastro  e Scilio dimenticheranno. A due anni dalla tragedia del mercatino si sentono abbandonati dalle istituzioni. Ti...

Graziano Amato

05 Giugno 2021 14:10

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Il 5 giugno 2019 è una data che difficilmente le famiglie Nicastro  e Scilio dimenticheranno. A due anni dalla tragedia del mercatino si sentono abbandonati dalle istituzioni. Tiziana e Giuseppa si erano recati al mercatino rionale di via Madonna del Rosario. All'improvviso furono travolte, insieme a tanti altri avventori rimasti feriti,  da un'esplosione partita da un camioncino adibito alla vendita di polli, innescata dallo scoppio di una bombola. In pochi attimi si scatenò l'inferno. La deflagrazione investì chi si trovava nei paraggi. Urla, dolori lancinanti e poi la corsa in ospedale. Il pronto soccorso preso d'assalto da decine di feriti e parenti. Scene mai viste al Vittorio Emanuele con tutti i medici chiamati a valutare le condizioni di ogni coinvolto nell'incidente. In tanti oggi portano ancora i segni di quella esplosione. Giuseppa Scilio e Tiziana Nicastro si spensero dopo pochi giorni. Troppo gravi le ferite che riportarono. A nulla servì il trasferimento negli ospedali specializzati. Dopo giorni di agonia la morte colse prima Tiziana, all'Ismet di Palermo. Otto giorni dopo, durante il giorno dei funerali di Tiziana, spirò Giuseppa. Entrambi hanno lasciato un vuoto incolmabile. Dopo due anni per i familiari è difficile trattenere la rabbia. Sono convinti che quella tragedia forse si poteva evitare e che qualcuno avrebbe dovuto vigilare, essendo un mercatino comunale. Solo per mera fortuna l'incidente non ebbe epiloghi ancora più tragici, considerando il numero di avventori di quel giorno. Gelesi che si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato.  Sulla vicenda indaga la procura. I familiari vogliono vederci chiaro e non chiedono altro che verità e giustizia. Qualcuno, secondo gli stessi, ha delle responsabilità e deve pagare. Quelle bombole, forse riempite abusivamente  più del dovuto, li probabilmente non ci dovevano essere. Su quel luogo ora c'è solo una lapide commemorativa, ma nessuno potrà restituire ai familiari delle vittime la serenità che gli è stata rubata. Tiziana ha lasciato tre figli. Qualcuno aveva promesso a suo marito Francesco un posto di lavoro che non è mai arrivato. Anche il marito, i figli e i nipoti di nonna Giuseppa non si danno pace. Non c'è l'ombra di un risarcimento, anche se pare che qualcuno in città li reputa già milionari. Come se i soldi riuscissero a colmare il vuoto creatosi nei loro cuori.di Graziano Amato

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