Due nuovi indagati per la strage di Casteldaccia: al setaccio catena appalti e misure di sicurezza
Cronaca
Due nuovi indagati per la strage di Casteldaccia: al setaccio catena appalti e misure di sicurezza
Hanno perso la vita cinque operai
Ci sono altri due indagati per la strage di Casteldaccia, l’incidente sul lavoro costato la vita a 5 operai, 4 della ditta Quadrifoglio e un interinale di Amap, che lavoravano alla rete fognaria in provincia di Palermo. L’avviso di garanzia per omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime è stato notificato al direttore dei lavori del cantiere, un tecnico di Amap, la municipalizzata che aveva appaltato la manutenzione delle fognature a Tek che a sua volta aveva subappaltato alla Quadrifoglio Group, e a un dirigente della Tek. Gli indagati sono Giovanni Anselmo, amministratore unico di Tek e Gaetano Rotolo, direttore dei lavori e responsabile della sicurezza di Amap. . Al centro dell’indagine, oltre alla catena degli appalti, il rispetto delle misure di sicurezza: i primi accertamenti hanno rivelato che le vittime non sarebbero dovute scendere all’interno dell’impianto e che non indossavano le protezioni. A uccidere i cinque operai, è stato il gas sprigionato dai liquami. L’indagine è coordinata dalla procura di Termini Imerese e condotto la Squadra Mobile di Palermo.
Ci sono altri due indagati per la strage di Casteldaccia, l'incidente sul lavoro costato la vita a 5 operai, 4 della ditta Quadrifoglio e un interinale di Amap, che lavoravano alla rete fognaria in provincia di Palermo. L'avviso di garanzia per omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime è stato notificato al direttore dei lavori del cantiere, un tecnico di Amap, la municipalizzata che aveva appaltato la manutenzione delle fognature a Tek che a sua volta aveva subappaltato alla Quadrifoglio Group, e a un dirigente della Tek. Gli indagati sono Giovanni Anselmo, amministratore unico di Tek e Gaetano Rotolo, direttore dei lavori e responsabile della sicurezza di Amap.
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. Al centro dell'indagine, oltre alla catena degli appalti, il rispetto delle misure di sicurezza: i primi accertamenti hanno rivelato che le vittime non sarebbero dovute scendere all'interno dell'impianto e che non indossavano le protezioni. A uccidere i cinque operai, è stato il gas sprigionato dai liquami. L'indagine è coordinata dalla procura di Termini Imerese e condotto la Squadra Mobile di Palermo.