ENI PRONTA A BONIFICARE LE AREE DEL FUTURO GASDOTTO MA GIUDICE CHIEDE MAGGIORI GARANZIE
Ambiente
ENI PRONTA A BONIFICARE LE AREE DEL FUTURO GASDOTTO MA GIUDICE CHIEDE MAGGIORI GARANZIE
Nell'ottica del progetto che riguarda il gasdotto Gela Malta diversi ettari di terreni cosiddetti "insaturi" all'interno dell'area industriale della raffineria Eni andranno mess...
Nell'ottica del progetto che riguarda il gasdotto Gela Malta diversi ettari di terreni cosiddetti "insaturi" all'interno dell'area industriale della raffineria Eni andranno messi in sicurezza e in alcuni casi altre aree avranno bisogno di bonificati. Un processo simile a quello previsto già, per esempio, per le falde acquifere per cui però ci sono stati dei problemi a causa di un indagine in corso portata avanti dalla Procura di Gela, in cui 12 dirigenti del gruppo Eni sono stati citati a giudizio. Per quanto riguarda i terreni le associazioni ambientaliste adesso spingono per una bonifica definitiva dell'area. Sulla bonifica delle aree pertinenti la raffineria Eni ha aperto degli spiragli proponendo però una modifica decisiva della strategia di bonifica. Per grandi linee questo è ciò che emerso alla conferenza ministeriale tenutasi ad inizio mese in cui era presente, seppur senza poter intervenire, anche il direttore del lago Biviere di Gela, il dott. Emilio Giudice. Il nuovo processo di bonifica per molti versi convince più del vecchio ma in sostanza ciò che si chiede adesso è una maggiore garanzia che questi lavori vengano effettuati con tutti i crismi del caso senza che venga tralasciato anche solo un aspetto per una corretta bonifica dei terreni. Per questo motivi i responsabili del Biviere hanno coinvolto i ricreatori dell'università di Malta per condurre uno studio parallelo, cosa che in realtà avrebbero già dovuto fare altri enti come il Comune di Gela e che ha portato a galla alcune falle nel progetto proposto da Eni Rewind. Ad oggi ciò che manca è un quadro certo, un'individuazione precisa di quali siano le aree da bonificare e quali da mettere in sicurezza, certezze sui processi di bonifica.di Stefano Blanco
Nell'ottica del progetto che riguarda il gasdotto Gela Malta diversi ettari di terreni cosiddetti "insaturi" all'interno dell'area industriale della raffineria Eni andranno messi in sicurezza e in alcuni casi altre aree avranno bisogno di bonificati. Un processo simile a quello previsto già, per esempio, per le falde acquifere per cui però ci sono stati dei problemi a causa di un indagine in corso portata avanti dalla Procura di Gela, in cui 12 dirigenti del gruppo Eni sono stati citati a giudizio. Per quanto riguarda i terreni le associazioni ambientaliste adesso spingono per una bonifica definitiva dell'area. Sulla bonifica delle aree pertinenti la raffineria Eni ha aperto degli spiragli proponendo però una modifica decisiva della strategia di bonifica. Per grandi linee questo è ciò che emerso alla conferenza ministeriale tenutasi ad inizio mese in cui era presente, seppur senza poter intervenire, anche il direttore del lago Biviere di Gela, il dott. Emilio Giudice. Il nuovo processo di bonifica per molti versi convince più del vecchio ma in sostanza ciò che si chiede adesso è una maggiore garanzia che questi lavori vengano effettuati con tutti i crismi del caso senza che venga tralasciato anche solo un aspetto per una corretta bonifica dei terreni. Per questo motivi i responsabili del Biviere hanno coinvolto i ricreatori dell'università di Malta per condurre uno studio parallelo, cosa che in realtà avrebbero già dovuto fare altri enti come il Comune di Gela e che ha portato a galla alcune falle nel progetto proposto da Eni Rewind. Ad oggi ciò che manca è un quadro certo, un'individuazione precisa di quali siano le aree da bonificare e quali da mettere in sicurezza, certezze sui processi di bonifica.di Stefano Blanco