Attualità
Faraone, fotografia di una Sicilia assetata e senza soluzioni: "Siamo sotto la soglia minima di civiltà"
Tutto questo non sembra interessare a chi ci governa
«Per l'Oms la soglia minima per cittadino per soddisfare le esigenze minime di salute è stimata intorno ai 50 litri d'acqua a persona al giorno. Nei Paesi occidentali normalmente questa soglia è molto più alta. In tanti comuni della Sicilia la distribuzione si attesta a 30 litri al giorno per abitante». Lo ha scritto su Facebook Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera. «Siamo abbondantemente sotto la soglia di civiltà, ma tutto questo non sembra interessare a chi ci governa e a grandissima parte del mondo dell'informazione - aggiunge - Siamo alla catalogazione delle emergenze di serie B, per cittadini di serie B. Il 15 novembre verranno chiusi i rubinetti delle erogazioni dalla diga Ancipa per Caltanissetta, San Cataldo, Serradifalco, Mazzarino ed Enna.
Questi comuni stanno già subendo incivili turnazioni nonostante esistano alternative che prevedono l'attivazione di vecchi pozzi e la trivellazione di nuovi e si spera anche diverse connessioni ad altre fonti idriche. Guai più grandi sono previsti per Troina, Nicosia, Cerami, Sperlinga e Gagliano, che sono i cosiddetti Comuni che dipendono totalmente da Ancipa e che senza l'invaso non hanno fonti alternative. Qui il piano straordinario della Protezione civile prevede le autobotti dal momento in cui l'ultima acqua sarà prelevata dall'invaso».
Faraone continua: «L'idea è di immettere l'acqua che arriverà con le autobotti direttamente nella rete idrica comunale, in modo che arrivi nelle case dei residenti. Ma sarà comunque troppo poca, si prevedono tra i 30 e i 50 litri d'acqua al giorno per ciascuno componente del nucleo familiare. A San Cataldo è già stato installato un silos per prelevare al massimo 100 litri, esibendo un documento d'identità; a Troina servirà il certificato elettorale, a ogni sezione elettorale è assegnato un silos di riferimento. Presto anche a Caltanissetta saranno individuate le modalità per la distribuzione dai silos per evitare che attraverso la guerra tra i poveri qualcuno prenda più acqua di quella che gli spetti», conclude.