Spettacolo
"Fuori Campo", il nuovo brano dei Bellamorèa girato ad Auschwitz
Un brano che contrasta l'odio e protegge la democrazia
"Fuori campo" rappresenta la memoria, la testimonianza e il racconto della storia di chi è sopravvissuto all'Olocausto."Shoah", la macchina di sterminio più spietata che l'umanità abbia mai conosciuto, uno strumento concepito per annientare. Il ricordo di Calogero Marrone, detto Lillo da Favara che salvò migliaia di ebrei dallo sterminio. La voce di chi ha visto la ferocia dello sterminio di familiari, amici e sconosciuti: migliaia di bambini che furono deportati nei campi di concentramento. L'esigenza di far nascere una canzone, per non temere mai l'indifferenza, in particolar modo delle nuove generazioni.
Il racconto di uomini, donne e bambini, sterminati in ragione della loro identità considerata un ostacolo. Trasmettere la memoria e ragionare sui fatti, attraverso la musica, serve a contrastare l'odio: se si accetta l'altro da sé allora si protegge la democrazia. Una canzone oltre i libri di storia, le testimonianze e le interviste dei bambini di allora e di uomini e donne di oggi, per continuare a farsi memoria come missione di vita. "È alle vittime e ai sopravvissuti che vogliamo dedicare questo brano - dicono i Bellamorèa - affinché la memoria possa essere infinita e tramandata alle nuove generazioni".
Bellamoréa è un duo formato dai fratelli siciliani Emanuele e Francesco Bunetto, cantautori Pop World. Emanuele musicista e compositore e Francesco giornalista, raccontano storie e affrontano diverse tematiche legate al sociale, all'attualità, alla tradizione e alla legalità. Il nome "Bellamorèa" deriva dalla traduzione italiana di "Bukura More", un canto nostalgico Arbëreshë che racconta il dolore e il ricordo della patria persa per sempre; Morèa è il luogo da cui venivano la maggior parte degli Arbëreshë che oggi si trovano in Italia Meridionale. Un omaggio al loro paese di origine, San Michele di Ganzaria, colonizzato anche da greco - albanesi.