Cronaca
Gela, fioraio pestato a sangue per essersi rifiutato di pagare il pizzo: i cinque indagati si difendono
Interrogati dal Gip hanno fornito la loro versione dei fatti
Si difendono dall'accusa di avere tentato di imporre il "pizzo" al titolare di una rivendita di fiori situata al cimitero Farello i cinque presunti avvicinati al clan della Stidda incriminati per tentata estorsione e lesioni gravi con l'inchiesta condotta venerdì scorso dagli agenti della Squadra Mobile di Caltanissetta e del locale Commissariato. Salvatore Cavallo, Paolo Portelli, Orazio Mafrè, Saverio Susino e Rocco Ciaramella (tutti assistiti dagli avvocati Flavio Sinatra, Carmelo Tuccio e Cristina Alfieri) nell corso dell'interrogatorio di garanzia cui sono stati sottoposti oggi, hanno fornito al Gip Graziella Luparello la loro "veritá" su come si sono svolti i fatti.
Una versione alternativa, la loro, ora al vaglio del Gip. Per gli inquirenti che hanno indagato sul presunto caso di tentata estorsione, i cinque avrebbero cercato di accaparrarsi la leadership della. vendita dei fiori a Farello cercando di abbattere la concorrenza a colpi di vessazioni e pestaggi. Uno di loro si sarebbe presentato all'operatore economico come figlio di un boss e, insieme con gli "amici", gli avrebbe richiesto la corresponsione mensile di una cospicua tangente. Al rifiuto dell'esercente il quintetto avrebbe reagito pestando sia lui che alcuni suoi familiari. Una ricostruzione dei fatti, ora messa in discussione dagli indagati davanti al Gip.