Cantina Sociale in festa a Gela: la comunità abbraccia San Rocco tra tradizioni e devozione
Religione
Cantina Sociale in festa a Gela: la comunità abbraccia San Rocco tra tradizioni e devozione
Il parroco Don Enzo Romano ha sottolineato che il culto verso il Santo, a Gela, risale al 1570
Con la solenne celebrazione sul Sagrato della Chiesa San Rocco e la processione per le vie dei quartieri attigui, si sono conclusi i festeggiamenti in onore del Santo. Da Don Enzo Romano, durante l'omelia, l'invito a seguire l'esempio di San Rocco sulle orme della carità e dell'aiuto al prossimo, con occhio di riguardo verso i giovani, spesso deboli, indifesi o folgorati dalla droga. Poi, il parroco, ha voluto ricordare l'attaccamento della comunità gelese al culto di San Rocco, risalente al 1570, un auge fino ai primi anni del 1900, scemato dopo la chiusura della chiesa su Corso Vittorio Emanuele. Fu Don Enzo, alla fine degli anni 80, a ricevere il mandato di rifondare la chiesa, a Cantina Sociale e fu sempre lui che trovò l'antica statua lignea, fatta restaurare e consegnata ai fedeli che la venerano ancora oggi. Falso il mito, dunque, dell'effige trafugata e portata a Butera, dove il culto di San Rocco arrivò nel 1700. Al culmine della celebrazione diversi bambini sono stati presentati al cospetto di San Rocco . Ai festeggiamenti presenti anche il sindaco Lucio Greco, l'assessore Ugo Costa e il vice presidente vicario dell'Ars Nuccio Di Paola. Al cospetto di San Rocco centinaia di fedeli. È uno dei santi più amati. Si dedicò alla cura e all’assistenza dei malati, in tempi molto più recenti invocato per guarire dal Covid-19. Una figura legata alla protezione da malattie ed epidemie, ma anche da calamità naturali come ad esempio i terremoti, oltre che ai valori di carità, solidarietà e volontariato.
Con la solenne celebrazione sul Sagrato della Chiesa San Rocco e la processione per le vie dei quartieri attigui, si sono conclusi i festeggiamenti in onore del Santo. Da Don Enzo Romano, durante l'omelia, l'invito a seguire l'esempio di San Rocco sulle orme della carità e dell'aiuto al prossimo, con occhio di riguardo verso i giovani, spesso deboli, indifesi o folgorati dalla droga. Poi, il parroco, ha voluto ricordare l'attaccamento della comunità gelese al culto di San Rocco, risalente al 1570, un auge fino ai primi anni del 1900, scemato dopo la chiusura della chiesa su Corso Vittorio Emanuele.
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Fu Don Enzo, alla fine degli anni 80, a ricevere il mandato di rifondare la chiesa, a Cantina Sociale e fu sempre lui che trovò l'antica statua lignea, fatta restaurare e consegnata ai fedeli che la venerano ancora oggi. Falso il mito, dunque, dell'effige trafugata e portata a Butera, dove il culto di San Rocco arrivò nel 1700. Al culmine della celebrazione diversi bambini sono stati presentati al cospetto di San Rocco . Ai festeggiamenti presenti anche il sindaco Lucio Greco, l'assessore Ugo Costa e il vice presidente vicario dell'Ars Nuccio Di Paola. Al cospetto di San Rocco centinaia di fedeli. È uno dei santi più amati. Si dedicò alla cura e all'assistenza dei malati, in tempi molto più recenti invocato per guarire dal Covid-19. Una figura legata alla protezione da malattie ed epidemie, ma anche da calamità naturali come ad esempio i terremoti, oltre che ai valori di carità, solidarietà e volontariato.