Politica
La rabbia del sindaco di Gela contro i manovratori della sfiducia vendicativa: "Potrei ritornare"
A due giorni dalle dimissioni il sindaco dimissionario Lucio Greco si concede alla stampa, motivando la sua scelta e attaccando quelli che definisce manovratori di una sfiducia portata avanti per vendetta.
Dopo le dimissioni presentate lunedì in aula consiliare, l'avvocato Lucio Greco si concede alle telecamere. Lo incontriamo nel suo studio professionale. Per il secondo giorno consecutivo non si è recato a Palazzo di Città che per quattro anni è stata la sua seconda casa. Greco sottolinea che il suo passo indietro è stato determinante per evitare che al comune di Gela venisse inferta un'altra ferita, con un periodo di commissariamento, in una fase decisiva per l'ente che, senza figure politiche di riferimento pronte a gestire a denti stretti la crisi, rischia il dissesto. L'avvocato stigmatizza contro chi ha portato la mozione in aula consiliare, per motivi personali, ribadisce, non politiche.
Rimprovera il silenzio delle segreterie di partito provinciali e regionali e torna a parlare dei "manovratori vendicativi della sfiducia", così li definisce, e del loro tentativo di zittirlo. Il riferimento è chiaro ed è rivolto alla vicenda Ipab. Passeggiando su Corso Vittorio Emanuele l'ex sindaco si sbilancia su un suo possibile ritorno a Palazzo di Città, possibile entro il 2 luglio. Tutto dipenderà dalle sorti della crisi finanziaria. Il sindaco dimissionario ammette qualche errore di tipo politico ma sottolinea l'impegno messo in campo senza risparmiarsi fino ad oggi.