Va all’ospedale di Gela con una frattura e resta "parcheggiato" in astanteria
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Va all’ospedale di Gela con una frattura e resta "parcheggiato" in astanteria
L'uomo è stato investito venerdì sera e nessuno gli ha prestato soccorso
Ha una frattura scomposta ma resta parcheggiato nell'astanteria del pronto soccorso del Vittorio Emanuele di Gela. È la storia di Liborio, un operaio di 48 anni, che venerdì sera è stato investito da un'automobile. Da quel momento è iniziato il suo calvario. Prima di sottoporsi a una radiografia sono trascorse 12 ore perché la radiologia resta scoperta la notte. Gli è stata diagnosticata una frattura scomposta alla mano e da lunedì mattina è in attesa di essere ricoverato prima di sottoporsi ad un intervento chirurgico Difficile rimanere in astanteria per troppe ore tra gente che soffre o si lamenta. Un altro paziente, con frattura al femore, pare sia in attesa di ricovero e intervento. A Liborio gli viene risposto che non ci sono posti letto liberi in ortopedia, reparto coperto da un primario e solo due medici. L'uomo, oltre a denunciare le endemiche carenze del Vittorio Emanuele lancia un disperato appello.
Ha una frattura scomposta ma resta parcheggiato nell'astanteria del pronto soccorso del Vittorio Emanuele di Gela. È la storia di Liborio, un operaio di 48 anni, che venerdì sera è stato investito da un'automobile. Da quel momento è iniziato il suo calvario. Prima di sottoporsi a una radiografia sono trascorse 12 ore perché la radiologia resta scoperta la notte. Gli è stata diagnosticata una frattura scomposta alla mano e da lunedì mattina è in attesa di essere ricoverato prima di sottoporsi ad un intervento chirurgico
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Difficile rimanere in astanteria per troppe ore tra gente che soffre o si lamenta. Un altro paziente, con frattura al femore, pare sia in attesa di ricovero e intervento. A Liborio gli viene risposto che non ci sono posti letto liberi in ortopedia, reparto coperto da un primario e solo due medici. L'uomo, oltre a denunciare le endemiche carenze del Vittorio Emanuele lancia un disperato appello.