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Ignazio Giudice: "Non è facile raccontare 7 anni di guida della CGIL, ma è umanamente emozionante provarci"

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Ignazio Giudice: "Non è facile raccontare 7 anni di guida della CGIL, ma è umanamente emozionante provarci"

Non è facile raccontare 7 anni di guida della più grande Organizzazione sindacale, ma è umanamente emozionante provarci, raccontare più che raccontarsi perch&eacu...

16 Luglio 2021 06:43

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Non è facile raccontare 7 anni di guida della più grande Organizzazione sindacale, ma è umanamente emozionante provarci, raccontare più che raccontarsi perché se credi alla democrazia lo testimoni, non ti limiti solo a concetti astratti, teorici, non vissuti. In questi importanti e indimenticabili sette anni si è costruita una squadra di donne e uomini a sevizio delle lavoratrici e lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati e dei "cittadini del mondo" in modo indistinto.Sette anni, sembra ieri il giorno dell'elezione, 15 Luglio 2014, una estate calda di manifestazioni e scioperi, di straordinario contatto umano con centinaia di lavoratori e con le loro famiglie, con il Sindacato confederale unitario, le associazioni culturali, di volontariato, laiche cattoliche, settimane a Roma tra un Ministero e l'altro.  Per me, il sindacato, la CGIL, la grande sinistra che oggi non c'è, è un luogo il cui profumo di diritti e lotte era presente  a colazione, pranzo e cena, era nella scampagnate tra parenti e amici, era a mare, perché ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia che ha sempre militato sia nel glorioso PCI (fino allo svolgimento) che nella grande CGIL, mia Madre nel settore scuola essendo insegnante, mio Padre nel settore chimico essendo dipendente ENI, oggi entrambi in pensione dal lavoro ma non dalle passioni sociali e dai sogni di cambiamento. Nulla nasce per caso e nulla si inventa, per questo, in questi sette anni, i più duri per il sindacato dal dopo guerra ad oggi, per la crisi economica costante, il blocco degli  appalti pubblici, la deindustrializzazione senza precedenti, la certezza del vuoto Istituzionale derivante anche da leggi elettorali che slegano gli eletti dal territorio e ne consegue che nessuno rappresenta le istanze dei cittadini a Roma come, per certi versi, accade a Palermo. Non mi sono mai arreso né assuefatto all'idea che i potenti come i mafiosi devono averla vinta e così non sono mancate le denunce sempre legate alle proposte, la costituzione di parte civile nei processi contro i mafiosi e contro mandanti ed esecutori del giovane pakistano Adnan Siddique ucciso, ricordo con lucidità la sua bara portata a spalla dai fratelli pakistani sin dal piano interrato dell'ospedale Santa Elia di Caltanissetta.Sette anni importanti nei quali il mondo del lavoro ha subito profondi cambiamenti anche per effetto della pandemia e anche per questo da più di un anno sostengo che non bisogna tornare come prima ma diversi e migliori, più forti e più consapevoli, indubbiamente più  tecnologici in considerazione delle centinaia di videoconferenze e della necessità di regolare contrattualmente lo Smart-working tanto nella pubblica amministrazione quanto nel settore privato. I 22 Comuni della nostra provincia devono cambiare passo, con  coraggio, determinazione e autorevolezza, su 270mila abitanti, 90mila sono sconosciuti al fisco, un dramma sociale inquietante che allerta rispetto al rischio usura anche slegato dalle cosche mafiose, devono aumentare gli imprenditori seri in grado di investire e rispettare i contratti nazionali.  Sicurezza e salute in ogni ambiente di lavoro, deve aumentare la qualità della sanità pubblica, motore morale ed economico di ogni città, le lotte, anche delle ultime settimane, dimostrano che coniugare denuncia e proposta genera risultati positivi tanto nel diritto alla casa, quanto nella sanità ciò vale anche per l'istruzione anche accademica. In questi 7 anni, malgrado la crisi, la Cgil è sana, rappresentativa e sempre più ampia nei servizi, da 3 anni il SUNIA (associazione che assiste è tutela gli inquilini e assegnatari) è presente presso le nostre sedi così come Federconsumatori ha garantito la presenza in tante Camere del lavoro.Lo Statuto della Cgil non pone il limite del doppio incarico, e già ad aprile ho comunicato al gruppo dirigente di aver deciso di occupare 1 sola stanza e 1 sedia, solo il mio imprevisto di salute ritardato di 40 giorni il cambio alla direzione politica ma con felicità affermo che la Cgil di Caltanissetta fra qualche ora avrà un nuovo Segretario Generale che insieme all'attuale Segreteria provinciale eletta nell'ultimo congresso confederale (ottobre 2018) sarà all'altezza di antiche e nuove sfide per migliorare il mondo del lavoro, continuare ad essere autonomi rispetto ai partiti e alla politica, che non vuol dire separatezza, centrali nell'elaborazione della proposta, ciò che in questi anni è accaduto, anche per questo, nel rispetto di tutte e tutti, da più di un decennio non ho tessere di partito, il sindacato deve interloquire con tutti i soggetti sociali rappresentativi ponendo argomenti concreti al fine di risolverli. Certo complicato interloquire con chi alimenta la paura dello straniero o esalta il fascismo, noi in queste ore stiamo raccogliendo le firme per la proposta referendaria di Marco Cappato che rende l'eutanasia legale legge dello Stato Italiano, un diritto civile amabile e fondamentale, così da essere liberi di decidere della nostra vita. Insomma l'esperienza umana, sindacale maturata nei 22 Comuni di una provincia, resa ex dalla miopia politica fin troppo diffusa in Sicilia, rimarrà tra quelle più robuste del mio percorso perché so che la guida complessiva della CGIL confederale, delle categorie e dei servizi è affidata a donne e uomini competenti e con tanta voglia di fare, per quel che mi riguarda è un grande onore servire i lavoratori siciliani insieme a persone come Alfio Mannino e tutto il gruppo dirigente regionale e nazionale con cui condividiamo un grande sogno: poter incidere nel cambiamento reale della vita dei siciliani elevando la qualità della vita.Un mio rammarico: lo spreco di parole invecchiate da parte del ceto politico/istituzionale che dovrebbe fare  molto più che dire, dato che loro possono, noi possiamo solo denunciare e proporre e spero che la mia scelta possa essere d'esempio, occupare una sedia invece di due e mai, mai perdere la libertà di pensiero e azione, mai!!Con affetto a tutte le lavoratrici ed i lavoratori, migliaia, che in questi anni ho incrociato e servito, a tutti coloro che hanno rafforzato il sogno del cambiamento.Ignazio Giudice (CGÄ°L Sicilia)

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