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Il rischio siccità potrebbe compromettere le campagne del territorio

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Il rischio siccità potrebbe compromettere le campagne del territorio

Nella giornata mondiale dell'acqua il tema tutto in antitesi diventa la siccità. Istituita ormai nel lontano 1992 l'idea di questa giornata mondiale era quella di sensibilizzare sul...

Stefano Blanco

22 Marzo 2023 14:30

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Nella giornata mondiale dell'acqua il tema tutto in antitesi diventa la siccità. Istituita ormai nel lontano 1992 l'idea di questa giornata mondiale era quella di sensibilizzare sullo spasmodico uso dell'oro blu già nell'ottica dell'Agenda 21 dell'Onu. Quel trattato venuto fuori dalla conferenza di Rio delle nazioni unite pose poi le basi per l'agenda 2030 in cui la salvaguardia di corsi d'acqua e risorse idriche rappresenta ancora un grosso problema. E se per molti l'Italia potrebbe sembrare estranea da questa problematica in realtà va rammentato come la nostra penisola sia uno dei paesi a maggiore rischio di stress idrico almeno secondo il World Resource Istitute (WRI). Per rendercene conto basta guardarci attorno, interi flussi d'acqua già oggi risultano a secco sia in estate che in inverno, lo possiamo vedere senza andare troppo lontano con il fiume Gela che negli anni ha visto decimarsi la sua portata o con il Maroglio, per esempio, che attraversava la Piana fino a qualche decennio fa ma che oggi è solo un flebile ricordo del torrente che contribuiva a rendere la Piana di Gela un territorio fertile e rigoglioso.Inutile girarci attorno la Sicilia è a secco e il tempo dell'acqua razionata nei comuni non è poi così lontano. Uno dei settore che già oggi soffre di questa situazione è sicuramente l'agricoltura. I contadini locali da tempo lamentano una situazione destinata ormai al collasso. Quando serve come nei mesi estivi, l'acqua non si trova, quando, invece, c'è come in autunno e in inverno la portata è troppo forte e oltre a rendere difficile il lavoro dei braccianti spesso è causa di danni da svariati milioni di euro. Gli agricoltori accusano la politica di averli lasciati da soli per decenni non curandosi di torrenti e invasi. Questi ultimi in paritcolare tre nel nisseno potrebbero da soli ottemperare alle richieste idriche di tutti ma risultano impoveriti da problemi futili irrisolti da anni. Il Disueri per citarne uno, con una capacità di invaso da 20 milioni di metri cubi oggi invasa un terzo dell'acqua che potrebbe contenere e quasi ogni mese migliaia di litri d'acqua vengono sversati in mare. Situazioni simili anche per le altre dighe, Comunelli, Cimia che a casua di poca manutenzione invasano meno del loro potenziale. L'esasperante corsa degli imprenditori agricoli obbligati a dover rispettare i canoni di un mercato globale praticamente irraggiungibile non ha aiutato la Piana che in questi anni è stata sfruttata sino all'ultimo centimetro. Linee di intervento sono state messe in atto ma siamo ancora lontani dal trovare una soluzione. Scelte alternative sono state prese poi da altri imprenditori o associazioni come Geloi Wetland, per esempio, che grazie a modelli di arido coltura da cinque anni ormai ottiene risultati incredibili. L'associazione negli anni ha lavorato sulle zone umide naturali istituendo una piccola oasi che in inverno ammortizza i danni causati dalle troppe piogge mentre in estate riesce a non dipendere dagli approvvigionamenti degli invasi. Insomma, il rischio desertificazione è un rischio più che concreto anche e soprattutto per i nostri territorio che oggi guardano alla giornata mondiale dell'acqua con un pensiero rivolto alla siccità.di Stefano Blanco

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