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Impongono il pizzo e rilasciano la fattura: due arresti a Caltanissetta

Cronaca

Impongono il pizzo e rilasciano la fattura: due arresti a Caltanissetta

L'imprenditore avrebbe versato in 15 mesi, 75 mila euro

Daniela Vinci

22 Novembre 2023 14:25

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Estorsione aggravata e autoriciclaggio aggravato in concorso. Con queste ipotesi di reato i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Caltanissetta hanno tratto in arresto Giovambattista Vincitore e Giuseppe Dell'Asta, al quale l'ordinanza applicativa della misura cautelare è stata notificata in carcere dove era stato ristretto dopo essere stato sorpreso in flagranza a mettere a segno un'estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le ulteriori indagini dei Carabinieri hanno fatto emergere le metodologie con cui i due indagati operavano ed i piani messi in atto per mascherare la provenienza illecita dei profitti dell'attività estorsiva: in particolare è emerso che Dell'Asta avrebbe imposto il pizzo ad un imprenditore il quale avrebbe effettuato i pagamenti tramite bonifico su conto corrente intestato al Vincitore.

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Quest'ultimo, nella qualità di socio di maggioranza e amministratore unico di una srl con sede a Serradifalco ed avente ad oggetto la gestione di call center, avrebbe preventivamente emesso in favore della vittima fatture false per prestazioni mai eseguite relative a forniture di materiale pubblicitario e materiale edile. Le somme di denaro versate sul conto corrente intestato a Vincitore sarebbero state poi prelevate in contanti nel giro di pochissimi giorni tramite bancomat o sportello. È stato accertato che la vittima, nel lasso di tempo di 15 mesi, avrebbe sborsato la somma di 75 mila euro a titolo estorsivo. 
Il meccanismo orchestrato da Dell'Asta e Vincitore - secondo le ipotesi investigative - avrebbe consentito di fornire un'apparente giustificazione dei pagamenti effettuati a titolo estorsivo:  perciò ai due indagati è stato  contestato anche il reato di autoriciclaggio.

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Con il provvedimento cautelare emesso per i due, il Gip ha disposto anche il sequestro preventivo della società di call center di Vincitore che di fatto non era operativa, ma costituiva una "scatola vuota" utilizzata per l'emissione di fatture false

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