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IN SICILIA MANCANO 500 ANESTESISTI ED È EMERGENZA ANCHE AL VITTORIO EMANUELE

Salute

IN SICILIA MANCANO 500 ANESTESISTI ED È EMERGENZA ANCHE AL VITTORIO EMANUELE

Negli ospedali siciliani mancano 500 anestesisti. La denuncia arriva da Gianluigi Morello, presidente della sezione Sicilia dell'AAROI - EMAC (associazione anestesisti rianimatori ospedalie...

Graziano Amato

28 Ottobre 2022 13:24

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Negli ospedali siciliani mancano 500 anestesisti. La denuncia arriva da Gianluigi Morello, presidente della sezione Sicilia dell'AAROI - EMAC (associazione anestesisti rianimatori ospedalieri-emergenza e area critica). L'emergenza riguarda soprattutto gli ospedali periferici e il Vittorio Emanuele di Gela non viene risparmiato. La pianta organica regionale prevede 1459 anestetisti mentre ad oggi se ne contano 952. Una copertura pari al 65%. Nelle città di Palermo, Messina e Catania la percentuale di copertura sfiora in alcuni casi sporadici il 90%, nelle periferie scende drasticamente e tragicamente a sfiorare il 20%. Accade soprattutto nelle popolose aree di Gela e del calatino ma anche nelle province di Ragusa, Agrigento, Enna, Caltanissetta, Trapani e Siracusa. L'ospedale Suor Cecilia Basarocco di Niscemi, dove dovrebbero esserci 4 anestesisti, non ne conta neanche uno. Quasi lo stesso destino tocca all'ospedale di Mazzarino dove c'è un solo rianimatore. Il Vittorio Emanuele di Gela, quinta città della Sicilia, ne conta 8 su 19,con una percentuale di copertura che si ferma al 40%. "Una situazione abbastanza disastrosa - commenta il consigliere regionale dell'AAROI, nonché primario della rianimazione del Vittorio Emanuele, Salvatore Damante - nonostante tutto non facciamo mancare nulla grazie alla nostra buona volontà. I turni sono massacranti e arrivano anche fino a 12 o 18 ore consecutive. Non bisogna dormire sugli allori - continua Damante - perché la situazione potrebbe diventare irreparabile. A breve andranno in pensione altri 2 colleghi e con soli 6 rianimatori non potremmo garantire la continuità dei servizi". L'emergenza al Vittorio Emanuele non riguarda soltanto la terapia intensiva. A breve si chiuderanno le porte di malattie infettive e neurologia. Il primario punta il dito contro la gestione regionale dei concorsi. I tentativi da parte dell'Asp nissena ci sono stati ma gli allettanti concorsoni hanno potenziato i grandi ospedali come quello di Catania penalizzando quelli di periferia, come quello di Enna, dove l'emergenza è superiore anche a quella di Gela. Secondo il presidente regionale del sindacato dei rianimatori Luigi Morello ci sono molteplici aggravanti. Innanzitutto la «scarsa attrattività, per i neo specialisti, degli ospedali periferici: "risulta e risulterà sempre più difficile poter godere dei diritti sanciti dal CCNL, in materie di ferie e aggiornamenti, e sarà sempre più frequente il ricorso a temporanee e sgradite trasferte nell'ambito dei presidi delle Asp. Non è infatti infrequente che un anestesista del di Agrigento debba prestare il proprio servizio a Sciacca piuttosto che a Canicattì, cosi come avviene tra Caltanissetta e Gela, tra Caltagirone e Militello, tra Enna e Leonforte e così via. Il tutto in una tragica e forzata migrazione tra poveri. Influisce anche la chiusura, da oltre un anno, della scuola di specializzazione in anestesia e rianimazione presso l'università di Catania. L'appello di Morello è rivolto al neo Governo regionale: "è opportuno che il presidente e i vertici presenti e futuri dell'assessorato alla sanità si siedano attorno ad un tavolo con i manager e i rappresentanti della categoria per cercare le soluzioni ed una sintesi ad un problema che non può più attendere. Si tratta di salute, si tratta di vita e di morte, e spesso il confine tra le due risiede proprio nell'efficacia e nell'efficienza di un sistema sanitario all'altezza del compito a cui è preposto».di Graziano Amato

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