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LA REGIONE DOPO 50 ANNI È PRONTA A LIBERARE DAL FANGO LE DIGHE CIMIA E COMUNELLI

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LA REGIONE DOPO 50 ANNI È PRONTA A LIBERARE DAL FANGO LE DIGHE CIMIA E COMUNELLI

La Regione è pronta ad attuare un piano per liberare gli invasi di propria competenza dai sedimenti che in oltre mezzo secolo si sono depositati al loro interno, provocando una sempre...

Graziano Amato

01 Aprile 2022 13:24

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La Regione è pronta ad attuare un piano per liberare gli invasi di propria competenza dai sedimenti che in oltre mezzo secolo si sono depositati al loro interno, provocando una sempre più accentuata diminuzione della capacità di accumulo. L'input è arrivato dal governatore nello Musumeci. Interventi previsti per la diga "piano del leone", che si trova nell'agrigentino, "Cimia" e "Comunelli", che ricadono nel territorio nisseno, per approvare i progetti che prevedono le operazioni di sfangamento.«Cominciamo da qui - spiega Musumeci - per poi coinvolgere tutte le altre ventuno dighe dell'isola sulle quali abbiamo un controllo diretto. In alcuni casi la massa di detriti, che mai nessuno ha provveduto a rimuovere per decenni, le ha quasi totalmente interrate facendo perdere fino all'80 per cento delle risorse. Quantità d'acqua preziose che, di conseguenza, sono state negate a città e campagne. L'obiettivo è quello di rendere tutti gli invasi efficienti al massimo delle loro potenzialità, in modo da coprire stabilmente l'intero fabbisogno potabile e irriguo».È stato intanto insediato un tavolo tecnico che vede coinvolte tutte le strutture regionali competenti, ma anche alcuni esperti che si occupano del Pnrr, al quale si potrà attingere per finanziare gli interventi su alcune delle dighe. Toccherà all'autorità di bacino approvare i successivi progetti che saranno via via presentati e in base ai quali potranno subito dopo cominciare i lavori di dragaggio. Sul materiale prelevato saranno effettuate analisi di caratterizzazione: in caso di esito positivo, potrebbe essere destinato agli agricoltori e utilizzato come fertilizzante naturale.di Graziano Amato

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