La rivoluzione antimafia parte da Niscemi, al museo civico la presidente della Commissione Nazionale Antimafia
Attualità
La rivoluzione antimafia parte da Niscemi, al museo civico la presidente della Commissione Nazionale Antimafia
L'iniziativa è stata organizzata dalla Fai "Ninetta Burgio"
Da Niscemi parte la rivoluzione antiracket. Ieri pomeriggio, la sala convegni del Museo Civico ha ospitato un confronto organizzato dall'associazione Fai Ninetta Burgio a cui hanno partecipato la presidente della Commissione Parlamentare Nazionale Antimafia Chiara Colosimo e la componente Enza Rando, niscemese d'origine. Una risposta alla criminalità che vorrebbe controllare i territori, come testimoniano le attività investigative. Un segnale per i mandamenti di Gela, Niscemi e Mazzarino che tentano di rioganizzarsi, sfruttando le estorsioni, poco convenienti da un punto di vista economico e ad alto rischio carcere, ma utilissime per imporre il proprio dominio. Il messaggio lanciato ieri pomeriggio è stato forte: lo Stato c'è e interviene. Lo sanno bene i fratelli Elvis ed Emanuele Lionti che hanno avuto il coraggio di denunciare. Per questo sono finiti nel mirino del clan di Niscemi che stava orchestrando un vero e proprio piano di morte, secondo le indagini emerse dal blitz "Mondo Opposto" dello scorso dicembre. Lo stato, sotto ogni articolazione, è intervenuto, sventando l'omicidio e ieri si è portato a Niscemi per un duplice motivo: stare vicino a chi ha avuto il coraggio di denunciare, esortare gli altri a farlo e dimostrare che il controllo del territorio non è in mano ai mafiosi. La criminalità è ben radicata in provincia di Caltanissetta, ha una storia di sangue non indifferente, c'è un capo riconosciuto. Secondo il procuratore aggiunto della DDA di Caltanissetta Roberto Collodoro è fondamentale la collaborazione delle associazioni, che offrono supporto morale e creano reti di comunicazione importanti per le denuncie e le successive indagini. Lo Stato c'è e stare con lo Stato conviene sempre ha esortato il prefetto di Caltanissetta Chiara Armenia. Niscemi baluardo dell'Antimafia hanno ribadito il presidente della Fai "Ninetta Burgio" e il sindaco Massimiliano Conti. Intanto a Gela, da mesi, c'è un'associazione Antiracket non risconosciuta dalla Fai.
Da Niscemi parte la rivoluzione antiracket. Ieri pomeriggio, la sala convegni del Museo Civico ha ospitato un confronto organizzato dall'associazione Fai Ninetta Burgio a cui hanno partecipato la presidente della Commissione Parlamentare Nazionale Antimafia Chiara Colosimo e la componente Enza Rando, niscemese d'origine. Una risposta alla criminalità che vorrebbe controllare i territori, come testimoniano le attività investigative. Un segnale per i mandamenti di Gela, Niscemi e Mazzarino che tentano di rioganizzarsi, sfruttando le estorsioni, poco convenienti da un punto di vista economico e ad alto rischio carcere, ma utilissime per imporre il proprio dominio. Il messaggio lanciato ieri pomeriggio è stato forte: lo Stato c'è e interviene.
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Lo sanno bene i fratelli Elvis ed Emanuele Lionti che hanno avuto il coraggio di denunciare. Per questo sono finiti nel mirino del clan di Niscemi che stava orchestrando un vero e proprio piano di morte, secondo le indagini emerse dal blitz "Mondo Opposto" dello scorso dicembre. Lo stato, sotto ogni articolazione, è intervenuto, sventando l'omicidio e ieri si è portato a Niscemi per un duplice motivo: stare vicino a chi ha avuto il coraggio di denunciare, esortare gli altri a farlo e dimostrare che il controllo del territorio non è in mano ai mafiosi.
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La criminalità è ben radicata in provincia di Caltanissetta, ha una storia di sangue non indifferente, c'è un capo riconosciuto. Secondo il procuratore aggiunto della DDA di Caltanissetta Roberto Collodoro è fondamentale la collaborazione delle associazioni, che offrono supporto morale e creano reti di comunicazione importanti per le denuncie e le successive indagini. Lo Stato c'è e stare con lo Stato conviene sempre ha esortato il prefetto di Caltanissetta Chiara Armenia. Niscemi baluardo dell'Antimafia hanno ribadito il presidente della Fai "Ninetta Burgio" e il sindaco Massimiliano Conti. Intanto a Gela, da mesi, c'è un'associazione Antiracket non risconosciuta dalla Fai.